One Glass Eye è il progetto di Francesco Galavotti e quello che vi presentiamo oggi in esclusiva è il suo album di debutto. S’intitola Elasmotherium ed ha tutta la malinconia di certe giornate d’autunno che si stringono nei primi freddi con le mani attorno a una tisana fumante.
Gli abbiamo chiesto qualcosa in più sull’album.
Ciao Francesco, parlaci di Elasmotherium e del modo in cui si sei arrivato.
Ciao ragazzi. Elasmotherium è un disco nato le prime due settimane di Febbraio (2016) tra le scale e la cucina di casa mia, nella quale mentre vi rispondo sto tra l’altro preparando un’ottima pasta alla Norma. Due settimane dopo ho iniziato a suonarlo in giro e a Marzo l’ho registrato all’Igloo di Correggio con Raffaele Marchetti in un giorno solo.
È successo tutto velocemente e spontaneamente.
Un disco scritto di getto.
Quali sono i dischi che hai più ascoltato nella fase di scrittura dell’album?
Sicuramente Twin Galaxies dei Delta Sleep e Pleasant Living dei Tiny Moving Parts.
Perché la civetta se ne sta appollaiata sul ramo (vedi artwork) e deride l’Elasmoterio intrappolato nel ghiaccio?
Il perché dell’artwork è in parte racchiuso nella traccia ”Prehistoric creature”.
“I’m a prehistoric creature frozen in time, but I always forget I’m not meant to last”.
Forse la civetta, a differenza dell’Elasmoterio, sa che non siam fatti per durare per sempre, per questo se la ride.
Come sarà il tuo live?
Il live sarà minimale, come il disco, e anche un po’ “raccontato”. Vorrei si creasse un ambiente da salotto di casa, come quando inviti gli amici a bere le birrette e poi ti trovi il frigo svuotato.
A proposito, vado a scolare la pasta che poi scuoce.
A questo punto non ci resta che ascoltarlo.