È stato nel braccio della morte, ha visitato i pozzi del Kuwait poco dopo la fine della Prima guerra del Golfo, ci ha mostrato l’Antartide e la vita degli atleti che saltano con gli sci. Ora, il grande Werner Herzog, regista tedesco di cui avreste dovuto vedere almeno Aguirre, furore di Dio, arriva nelle sale italiane con Lo and Behold – Internet: il futuro è oggi, un documentario diviso in episodi che ha un solo obiettivo: capire come internet (e più in generale la tecnologia) ci stia stravolgendo il futuro.
Dieci spezzoni in cui l’inconfondibile accento tedesco di Herzog risuona fuori campo, dialogando informalmente con i soggetti protagonisti dell’invasione cominciata nelle aule dell’UCLA con Leonard Kleinrock; dai padri della rete fino ai primi videogiocatori dipendenti patologici. Una carrellata forse un po’ scollegata, in cui la tragedia lascia spazio alla speranza, per poi trasformarsi in preoccupazione. Si parla persino di spazio, con la calda voce di Elvis ad accompagnare lo skyline di una Chicago deserta e silenziosa, forse abbandonata, ma in cui anche i monaci twittano e non meditano.
Certo, non tutti gli “episodi” scateneranno il vostro stupore, i robot giocatori di calcio che potrebbero battere Messi-Neymar-Suarez sono un perfetto soggetto da Studio Aperto, però è evidente il fascino di un racconto che narra la più grande rivoluzione sociale della storia. Un periodo che stiamo vivendo ora, inconsapevoli degli sviluppi futuri e spaventati dalla possibilità (tra qualche anno) di poter postare qualcosa direttamente con un impulso della mente.