Dopo aver presentato il primo singolo, Travel, torniamo a parlare di Here Comes The Lo-Fi Don di IOSHI.
L’album è uscito lo scorsa 14 ottobre per La Tempesta International e noi ce lo siamo fatto raccontare traccia dopo traccia.
PERRY
Volutamente saltato a piè pari un intro al disco, Perry in pochi secondi va dritta al nocciolo della questione. Reggae, elettronica e beatz. Creata da capo a piedi con un Sp 404 cattura l’immediatezza di un beat lo-fi con sonorità Jamaicane. Il titolo poi è un rimando ad un grande pioniere del dub, Lee Scratch Perry.
DBSD ft. CAPIBARA
Io e Luca (Capibara) abbiamo tenuto questo brano in standby per un bel pò. Il pezzo affronta i suoni delle derive dancehall più futuristiche, con un ritornello catchy ma sempre tenendo presente una matrice elettronica.
TRAVEL
Travel ha subito così tante modifiche (bpm, batterie, struttura) dal suo concepimento che non mi spiego ancora come sia possibile che la sostanza sia rimasta la stessa. E’ stato il primo brano che mi ha portato a capire che dovevo trovare qualcosa che facessero dei miei pezzi “I MIEI PEZZI”.
Dovevo trovare un minimo comune denominatore, qualcosa che poi avessi solo io, e quel qualcosa erano le mie batterie in stile reggae; ho provato a buttare giù qualche take e alla fine ha funzionato.
Travel l’ho conclusa tra Italia e Australia, mentre ero a trovare i miei parenti laggiù, viaggiare fa bene.
BAG JUICE
Altro beat sfuggente, rapido. Attitudine punk se vogliamo. Immediato e sporco, ma la Jamaica è sempre lì, tra i fischi degli oscillatori di un banco analogico e qualche groove alla Sly Dunbar in sottofondo.
XANGO
Xango o Shango o Changò è un dio appartenete al pantheon delle divinità della cultura Yoruba e conseguentemente appartenete anche al culto Cubano di Santeria dove diventa un Orisha oppure al culto haitiano del Voodoo dove diventa un Lwa.
I contenuti di questo pezzo sono un omaggio a culture così arcaiche e affascinanti che sono riuscite a sopravvivere in estreme condizioni di difficoltà, fino ad arrivare a noi.
La forma invece cerca di mescolare, Jamaica, Haiti, Cuba aggiungendo come fondamenta ritmiche l’utilizzo di alcune figure care alla Chicago Footwork sempre rimaneggiando batterie acustiche quindi non abusando di hi hat 808.
La traccia si chiude con un dub da parte di Paolo Baldini che mette il sigillo ad un pezzo che è forse la sintesi del disco.
BADDA ft. ANDREW I & SABIR
Sabir, ai tempi di Mandala (WFR018), mi mandò un provino con una traccia completamente diversa, piena di soundfield recordings, io dalla mia proposi un cambio drastico e la trasformai in questo pezzo. Mancava ancora qualcosa e tra i cantanti della scuderia DubFiles chiedemmo ad Andrew I di partecipare alla tune. Tommaso (Sabir) ci raggiunse in studio da Paolo e Andrew buttò giù queste liriche in stile toasting che calzavano a pennello per questa traccia che è un elegante esempio di dove l’eredità dancehall di artisti come Shabba Ranks poteva arrivare.
Bada è l’echo di una dancehall per le strade di Kingston.
JMNDG
Codice fiscale di Jamdung, nickname che i Jamaicani danno alla loro terra. Un tributo a che cos’è il dub e a che cosa ha creato negli anni avvenire, nell’intro del pezzo si può infatti sentire il produttore Bunny Lee dire: “dub music influenced all a dem american rap and all a dem ting, all over the world!”
Ho voluto quindi mescolare la vecchia scuola con subkick 808, mantenendo il quel gusto 70s.
GODS OF COMBUSTION ft. RAWZ
Ero in giro in tour, verso Genova se non sbaglio con noi in furgone c’era Rawz che era sceso da Oxford per registrare alcune takes di voce. Durante il viaggio Rawz scrisse queste liriche che fanno riferimento all’animismo. Ogni cosa è dotata di anima, di conseguenza anche i motori delle auto che ci sfrecciavano accanto. Gods of Combustion è una preghiera a agli dei della combustione.
Ho pensato che una preghiere sarebbe stata completa se accompagnata da un organo solo, e così ho fatto!
BOOM ft. GADMANDUBS
GadmanDubs è un talentuoso Mc dell’East London, porta avanti un personale network per dub producers. In un posto come Londra, le influenze caraibiche sono fortissime. Christopher è stato così gentile da lasciarmi usare una sua traccia di voce dallo stile grimey, e ho voluto anche questa volta unire questo linguaggio con un immaginario jamaicano dancehall.
Basso e batteria sono acustici mantenendo il filo conduttore sonoro con il resto delle tunes del disco.
THE HUNTERS ft. RAWZ
Rawz è sceso da Oxford più di una volta a trovarmi. Quella volta di The Hunters mi racconto che il suo babbo è originario delle Isole Vergini, Caraibi.
Altro fattore che battezza il disco come “Caraibico” per lo meno in senso spirituale!
Le liriche della traccia le scrisse dopo che gli tradussi il pezzo dei TARM “I Cacciatori”.
BLKBRD JNG
Un pezzo che è la mia dichiarazione d’amore nei confronti della black music. Si parte con un beat sperimentale passando per la jungle fino al “Riddim dei Riddim”: lo Sleng Teng. una sorta di collage di pochi minuti, immediato, come piace a me, dritto al sodo come il primo pezzo del disco.
Punky alla Rancid 2000.