I pretend when I look in your eyes
Don’t know where you’re going
Don’t come back, please come back tonight
– Middle Names
“Ape in Pink Marble” è un disco ma è anche un libro di racconti, una raccolta di 13 storie malinconiche e bellissime raccontate sottovoce. Per il nono album Devendra Banhart ha scelto di chiudersi in studio di nuovo con Noah Georgeson e Josiah Steinbrick, che lo avevano accompagnato anche nel precedente (e di una bellezza sconcertante) “Mala”. Quello che ne esce è una carezza gentile sulla guancia, un caffè bevuto in un bicchiere di vetro pesante per concludere il pranzo, con il gusto un po’ amaro in bocca dello zucchero rimasto attaccato sul fondo. E’ un disco che non ci fa alzare dalla sedia per ballare, ma al contrario ci calma, ci rasserena, ci chiude gli occhi. Ci fa provare il momento esatto in cui potrebbe succedere qualcosa di sconvolgente oppure potrebbe non capitare assolutamente niente, quella tranquillità piena di possibilità.
Middle Names è una canzone che Devendra ha scritto pensando ad Asa Ferry, amico e frontman della band Kind Hearts & Coronets, scomparso più di un anno fa. Il cantante aspetta alla fermata l’autobus sotto la pioggia, provando lo stesso sentimento di tutte le altre persone che come lui sono in attesa e guardano nella stessa direzione.
feel the rain fall
feel the rain fall
feel the rain fall down again
E mi immagino sott’acqua, in un lago enorme formato da tutta la pioggia che è caduta – e che ho sentito cadere – e abbasso la testa nella pozza fino a superare il naso, rimango sul pelo dell’acqua, vedo i riflessi delle luci al neon della fermata, le cose piene d’aria galleggiarmi davanti. Si alza il fumo di qualche sigaretta, la voce di qualche telefonata.
Dalla seconda traccia i generi si intrecciano e si sostengono come i tronchi attorcigliati di certe vigne o certi ulivi: il folk con la bossa nova, il reggae di Mara con la italo disco di Fig In Leather, le arpe giapponesi (koto) con il mellotron. “Ape in Pink Marble” è un disco che porta un nome pesante, un titolo che non passa facilmente inosservato: una scimmia di marmo rosa, per Devendra il simbolo e la metafora dell’unione tra la forza, l’impulsività e l’aggressività predominanti nell’uomo (la scimmia) e la delicatezza, l’eleganza e la resistenza che rappresentano di più gli aspetti femminili (il marmo rosa). Una scimmia di marmo rosa che per tutta la durata del disco ci tiene stretti tra le sue braccia muscolose e ben levigate ma gelide, in un’atmosfera intima ma che ci costringe al distacco, come se a crearla fosse stata una persona sconosciuta e un po’ ubriaca che quella sera aveva bisogno soltanto di qualcuno con cui parlare.
I protagonisti delle storie sono completamente diversi: un ufficiale di polizia, un demone buddista tentatore che rappresenta la morte spirituale (Mara), un uomo con la giacca in pelle da Fonzie che cerca di conquistare una donna più giovane ostentando i suoi accessori tecnologici (Fig In Leather), una persona che crede di non esistere perché non è su Google (Linda), un uomo disperatamente alla ricerca di romanticismo, una donna sola, una donna taiwanese vestita in verde lime immersa in una samba triste che ricorda João Gilberto. Per Mourner’s Dance invece è stato campionato il tema di Twin Peaks di Angelo Badalamenti, un requiem alleviato dalla delicatezza dell’arpa.
Tutti i personaggi sono ombre sul muro della cucina, persone con i contorni ben definiti ma senza razza e senza religione, senza tatuaggi fatti senza pensarci o pensandoci troppo, senza imperfezioni nascoste sotto la frangetta o sotto un maglione largo. Potrei essere io oppure potresti essere tu, potremmo essere tutti. Persone che non guardiamo nemmeno negli occhi ma con cui entriamo in intimo contatto.
– My love belongs to no one –
è il sentimento che ci accompagna per tutto “Ape in Pink Marble”, la stella polare che ci aiuta ad orientarci nonostante il buio della notte e dei pensieri. Alla fine del disco mi sento come la buccia di un’arancia dopo averla spremuta: tagliata a metà, ruvida e vuota. Qualcuno sta bevendo le mie vitamine a colazione per combattere un male di stagione, spero che poi mi appoggi sul termosifone ad essiccarmi per profumare questo autunno che tarda ad arrivare.
celebration
celebration
celebration