Settimana scorsa abbiamo presentato in anteprima How To Control The Clouds, il nuovo album dei The Circle e, siccome ci piace essere completi ed esaustivi, ecco che arriva anche il loro Disco Raccontato.
Shadows
E’ forse uno dei brani più “genuini” di tutto l’album.
Nasce, si sviluppa e termina nel tempo di un arpeggio di chitarra.
Ricordo quando, in un pomeriggio di Settembre, presi la chitarra in mano ed iniziai, per caso, a suonare quelle che poi sarebbero diventate le note introduttive del brano.
“Ta-na-na-na-na-na-na”. Era già tutto fatto.
Mettici una cassa in quattro, un ritornello che “apra” come si deve, et voilà!
Abbiamo l’opening-track!
Shooting Stars
Per i fan di vecchia data “Shooting Stars” non sarà una novità. Non completamente almeno.
Avevo testo e melodie pronti da tempo, la suonavamo (in una versione molto diversa da quella inserita in HTCTC) ai concerti del vecchio tour e stavamo per inserire il brano già nel nostro lavoro precedente, l’album d’esordio “Life in a motion-picture soundtrack”, ma la verità è che non eravamo pienamente convinti dell’arrangiamento, quindi decidemmo di scartarla e di rimandare il discorso a lavori successivi.
Il lavoro con il nostro producer, Simone Sproccati, ha dato nuova vita al brano, permettendoci di sfruttare al meglio tutte le sue potenzialità.
Non a caso l’abbiamo scelta come primo singolo!
To Fall
Volevamo inserire qualcosa di diverso per la sezione ritmica, qualcosa che non avevamo mai utilizzato prima.
Così abbiamo optato per una drum-machine che sostituisse per un brano il più tradizionale suono di batteria, comunque colonna portante del disco.
Il risultato è una traccia della quale andiamo davvero fieri: linee melodiche, chitarre riverberate e pad eterei rendono “To Fall” uno dei nostri brani preferiti all’interno dell’album!
The Endless Sky
Anche qui siamo di fronte ad un brano che si è scritto da solo, in poco più di un’ora.
Ero all’ascolto di “Apollo – Atmospheres & Soundtracks” del Maestro Brian Eno quando, preso dai magnifici suoni che solo lui sa progettare, mi si è accesa la lampadina.
Avevo la melodia.
Registro una prima bozza col cellulare, vado in studio e faccio sentire il brano alla band.
In poche ore avevamo l’arrangiamento che ora si trova nel disco!
Fire
Anche questo è un brano che suonavamo ai concerti del precedente tour, e anche questo stava per essere scartato per colpa di un arrangiamento che non ci convinceva del tutto.
A volte va così: ci sono pezzi che scrivi, componi e arrangi in 5 minuti ed altri che sono più “bloccati” di Montolivo in nazionale (non ce ne voglia Riccardo, si fa per ridere!).
Poi un giorno abbiamo provato questa intro di piano Fender, che è stata un po’ una chiave di Volta per noi.
Interlude
C’è poco da dire.
Volevamo un’interlude perché siamo pazzi.
Irene
Avevamo un bel rif di tastiera ed una linea vocale da ballad d’altri tempi.
Abbiamo messo insieme le cose ed è nata Irene!
E’ un brano del quale siamo tutti molto contenti: la band, la produzione, l’etichetta.
Sarà per le melodie, sarà perché non eravamo soliti fare pezzi con sotto un quartetto d’archi, sarà quello che vuoi… Fatto sta che ogni volta che qualcuno di noi si trova ad ascoltare il disco, quando arriva alla traccia 7 è matematico che esclami: “RAGA MA CHE BOMBA E’ IRENE?”
Love Don’t Cry
C’è un po’ di tutto qui dentro: dai Joy Division ai Mumford & Sons, dai 1975 ai Foals.
“Love Don’t Cry” è, strumentalmente, il nostro tributo a tutte le band che ci hanno maggiormente influenzato per la produzione di questo secondo disco.
HWIR
Era una serata piovosa a Torino ed io, dopo una giornata parecchio intensa per via dei mille impegni, mi ritrovavo all’una di notte ipnotizzato davanti ad un social network.
Ad un certo punto mi si palesa davanti la foto di questa ragazza, con uno di quei sorrisi che ti svoltano la giornata.
Presi la chitarra e scrissi “HWIR” (Happy When It Rains) subito, di pancia.
E’ tuttora il mio brano preferito di “How To Control Te Clouds”.