In Lince convivono due anime, da una parte la sfrontatezza, la schiettezza e le provocazioni del rap più hardcore, dall’altra la consapevolezza e la poesia del rap più impegnato e d’autore.
Lincertezza è il suo album d’esordio solista per One Love Movement ed esce domani. Noi ve lo facciamo ascoltare 24h prima con il racconto del suo autore traccia dopo traccia.
Intro
Un’introduzione al disco con dei concetti crudi. La strumentale e le rime sono tra le più dure del disco, come a voler scremare da subito gli ascoltatori. Non è un pezzo per buonisti e benpensanti.
Omologarsi
Una critica all’omologazione, alla spersonalizzazione, al bisogno d’appartenenza e all’individualismo, uno sfottò rivolto agli stereotipi del rap e agli stereotipi in generale. La strumentale è forse la più zarra e d’impatto, come a voler dire: “Non è che non mi piace il gioco; non mi piace come giocate voi”.
Piaghe da decubito (feat. Kd-One)
Una canzone disillusa ma con un barlume di speranza dettato dalla rabbia e dalla necessità di trovare la propria strada, scritta quando il bisogno di affermarsi si è fatto impellente. L’arrangiamento è di KD-ONE, lo stesso che impreziosisce la canzone con la sua voce blues e le sue parole nella strofa finale, un amico a cui questo progetto deve tantissimo.
Tutti sanno tutto
Una frecciatina rivolta a tutti gli pseudointellettuali da salotto borghese che non riescono a produrre altro che banalità ma, al contempo, una critica alla stupidità delle masse che li assecondano e che fanno lo stesso con la classe dirigente. Probabilmente l’ho scritta prima di qualche elezione o dopo aver letto una poesia di Guido Catalano.
Fatto male (feat. Dj Koma)
Nato grazie ad alcune riflessioni fatte con Willie Peyote e grazie al fatto che io e il produttore CISKI B fossimo coinquilini, Fatto male è il pezzo più ironico e sarcastico del disco, con moltissimi riferimenti al mondo dello spettacolo e a vari rapper. Gli scratch di DJ KOMA e la strumentale ne fanno una canzone con un tiro anni ‘90 e con un’atmosfera da “Mi avete rotto il cazzo, ma mi fumo una bonga coi Cypress Hill e ne parliamo dopo”.
Io fotto, tu fotti, egli fotte (feat. Rakno e Willie Peyote)
L’atmosfera torna a essere cupa e un po’ distopica, tant’è che nel ritornello cito Orwell. Un’altra critica mossa un po’ al sistema capitalistico e un po’ alla stupidità delle masse. I featuring di RAKNO e di WILLIE PEYOTE aggiungono un po’ di misantropia e di analisi sociologiche.
Geordie
Uno storytelling su un impiegato cinquantenne che perde il lavoro e, non trovando alternative alla disoccupazione, fa una rapina in banca. La rapina va male e lui finisce in carcere e s’impicca. Questo pezzo devo averlo scritto dopo aver letto o visto diverse notizie di cronaca simili. Negli anni De Andrè è sempre stato un mio ascolto ricorrente…
Adesso tu
Una canzone d’amore per una ragazza di cui non potrei e non vorrei mai innamorarmi, un po’ perché la trovo facile, un po’ perché non riesco ad avere rapporti stabili.
Malincocity (feat. Etanolo)
Una dedica alla mia città, Torino. L’atmosfera è nostalgica. La voce femminile che accompagna le strofe e il ritornello è di BEBA.
Sonia (feat. Murubutu)
Un altro storytelling che vede la collaborazione dello storyteller per antonomasia, MURUBUTU. Questa canzone la scrissi più di tre anni fa e anche in questo caso devo essere stato impressionato dalle notizie di cronaca. Sonia è una ragazza nigeriana che scappa dalla guerra e arriva in Italia su un barcone sognando una vita migliore, ma si trova da subito ad affrontare mille peripezie e mille paure. A differenza dell’altra storia, questa finisce bene.
La teoria dei buoi
Questa canzone è nata dopo una vacanza fatta con molti amici, nella quale tutti abbiamo notato dei comportamenti strani da parte della fidanzata di un mio grande amico nei confronti di un altro nostro amico, tutti tranne il diretto interessato. Finita la vacanza lei lo ha lasciato.
Odio random (feat. Korven & Grim)
La canzone più zarra del disco, di quelle da braccio fuori dal finestrino. I featuring sono di KORVEN e GRIM.
Muori un po’
La canzone più intima, romantica e sofferta del disco. La mia preferita e quella destinata a far piangere qualcuna/o.
Vorrei tenervi in tasca
Una dedica ai miei genitori con dei parallelismi sui rapporti di coppia nati più di 40 anni fa e quelli odierni. Questa l’ho scritta perché nel mio primo disco volevo avere un pezzo “Dear Mama” e perché i miei se la meritano.
Mettiti le ali (Freedom and Slavery)
Un inno alla libertà, un invito a ricercarla senza farsi costringere dai propri limiti mentali.