I Violacida arrivano al secondo disco “La migliore età” e si guadagnano un posto di tutto rispetto nel panorama dell’indie italiano.
Il loro è un lavoro fresco «fatto di passeggiate in città deserte, lacrime, voli pindarici con la fantasia, l’ossessione del tempo che fugge e non torna, tra bottiglie piene, vuoti profondissimi e qualche rimpianto».
Se volete saperne di più su ogni traccia, dopo lo streaming c’è il disco raccontato.
CANZONE DELLA SERA
Non è una canzone d’amore. Canzone della sera parla di una ragazza – o di un ragazzo – semplice, naif, costretta a passare la notte fuori casa in un mondo a lei sconosciuto, fatto di ombre, sirene lontane e abitato da persone che sono animali notturni.
TEMPORALE
Il temporale, qui inteso come una metafora di uno stato d’animo teso, burrascoso e soffocante, arriva quando qualcosa non va, ci sentiamo persi e percepiamo l’esigenza di rivedere tutto il nostro presente.
Ma più è violento il temporale, più tendiamo a restare in casa, magari seduti alla finestra della nostra stanza ad aspettare che il tempo, e quindi tutto il resto, migliori. Questa canzone si impone con il suo intento contrario e propositivo. Non chiudersi in noi stessi, non ridursi ad ingoiare il rospo, non lasciare che il maltempo faccia il suo corso.
Per questo urliamo andiamo a berci un po’ di questo temporale, è la rabbia e la reazione verso qualcosa che ci sembra molto più grande di noi.
CONTRACCETTIVO
Questa invece parla d’amore. Amore per un libro, amore per un film o una canzone. L’evasione per mezzo della mente e del pensiero possono essere l’alternativa a prendere un treno o un aereo.
OCCHI CHIUSI
Immaginiamoci un ragazzo – o una ragazza – sui venticinque anni. Giunto a questa età sente che qualcosa deve cambiare e, stavolta, al più presto.
Una sensazione simile a quando dormiamo troppo la mattina, ci sentiamo in colpa perché è tardi e ci alziamo di scatto con la smania di recuperare il tempo perduto.
Il ragazzo si guarda intorno e vede le persone a lui vicine, quelle che ha sempre
frequentato, che cercano di trovare una loro strada arrivando, talvolta, a rinunciare ad una parte importante di loro stessi.
Ma i concetti di maturità e responsabilità non devono confondersi con quelli di disillusione e accettazione. Questa canzone è semplicemente per chi, nonostante il tempo che corre inesorabile, avrà sempre la capacità e la volontà di stupirsi.
COS’E’ UNA DISTRAZIONE
E’ passato poco, un anno forse o poco più, e questa canzone è già lontana. Rimane come una fotografia di una storia andata o quasi irreale.
Comunque si parla di Bologna, della primavera passata restando stesi nei prati di città, o un po’ ovunque, col sole al tramonto e gli occhi al cielo.
SENTIERO
Torniamo al ragazzo di prima, quello di cui parliamo in Sentiero. Dopo aver vissuto la sua adolescenza nella propria città natale (nel nostro caso Lucca), si è ritrovato per motivi di studio, lavoro o semplicemente per bisogno di fuga, a bazzicare in altre realtà (come ad esempio Pisa o Bologna, sempre per fare un parallelo con la nostra storia personale).
Un ragazzo confuso, dalle idee poco chiare che per anni ha intrecciato la sua vita con personaggi di ogni tipo e diversi tra loro ma che, dopo aver visto molti film, letto vari libri e passato molte delle sue serate tra tamburi, piazze e vetro, sente ancora di non vederci chiaro e di essere nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
Il sentiero di
cui si parla nella canzone è quello che percorriamo ogni giorno da quando siamo nati e che ci porterà, sempre, da un’altra parte rispetto a dove ci troviamo.
LA TUA ETA’
Detta in poche parole, descrive un incontro sessuale, al buio. Evvai.
VARANASI
Si sa, Varanasi si trova in India, quell’India immaginata, idealizzata, così diversa e lontana. Ma Varanasi è qui allegoria di distanze incolmabili, brevi addii che sono poi lunghi arrivederci.
MONTE BLU
Parla di una persona che parte per fare il giro del mondo a piedi. Una fuga orizzontale, terrena, che si fa passo dopo passo lasciando che tutto dietro di se sfumi lentamente alla vista, diventando irriconoscibile, lontano, per poi ritrovarsi ancora davanti casa, alla propria strada e alla proprie relazioni.
INDIFFERENTI
Un ragazzo e una ragazza che, almeno per una notte, smettono di ignorarsi.
La magia di qualche ora che sfuma nel momento in cui il sole ritorna e ci costringe a tornare a casa, tra i tormenti e le corse di tutti giorni, per tornare ancora una volta a scoprirsi indifferenti.
Ma non c’è da spaventarsi, è la vita.
Per questo la canzone si conclude con un augurio di fedeltà a sé stessi: Cambia il mondo. Tu non cambiare.
IL FIUME
Il fiume è una facile metafora che indica lo scorrere di tutto: degli eventi, delle emozioni, del tempo.
Ed il fiume, come il tempo, non si può fermare. Segue un ciclo: nasce, cresce, incontra altri fiumi, si arricchisce di affluenti e magari diventa parte di un fiume ancora più grande.
E’ in costante movimento e segue un ciclo di vita che lo porterà, alla fine, ad esaurirsi nel mare. La canzone è un inno all’immaginazione ed invito a lasciarsi trasportare dalla propria corrente. Un brano per chi, al posto di guardare la strada, ha sempre lo sguardo rivolto alle stelle.