Ogni volta che mi ritrovo a dover parlare di una persona per cui non solo ho rispetto, ma un’immensa ammirazione, non so mai come approcciarmi all’argomento, come chi non trova le parole per avvicinarsi a una ragazza carina. E così mi ritrovo a fare una noiosa introduzione, che per me però equivale a una vera e propria dichiarazione d’amore a Childish Gambino, un artista non rivelazione (come le numerose meteore che illuminano il cielo del music business con una banger per poi sparire nel nulla cosmico), bensì rivelatore.
Il 2013 è l’anno della svolta e tre vicende in particolare gli cambieranno la vita.
Innanzitutto Donald (suo vero nome all’anagrafe, che utilizza quando recita) decide di uscire dall’acclamata sitcom Community, salpando (non metaforicamente), nella sua ultima apparizione, su una nave chiamata “Childish”.
In secondo luogo, firma un contratto con FX per la prima stagione di un’altra serie tv, Atlanta, che scrive di suo pugno e in cui recita nei panni del protagonista.
Infine, last but not least, nel dicembre dello stesso anno fa uscire l’album della vita: uno spaccato della sua esistenza, dei suoi pensieri, del complicato rapporto con la cantante R&B Jhene Aiko, dando spiegazione a tutto questo con il titolo del disco.
Because the internet, che in fin dei conti è il motivo per cui l’ho ascoltato per la prima volta.
“Because the internet I’m here, because of the internet we’re all here. It’s the language of earth. […] But the thing is, there are no rules, which is also the awesome thing.”
Visto che un disco del genere non può essere liquidato in poche righe, mi attengo a fare una piccola analisi del singolo di spicco. 3005 è l’inno di una generazione disorientata, che ambisce alla fama e non sa gestirla, che trova sicurezza solo nella musica di artisti insicuri come John Coltrane o Kurt Cobain e che soprattutto teme di rimanere sola. È a questo punto che il ritornello assume un intimo significato e Childish si ribalta come un calzino, mostrando all’ascoltatore tutte le fragilità del suo carattere che hanno reso difficilissime scelte come quella di lasciare Community.
Questo disco ha fatto da colonna sonora al mio viaggio in Florida nell’estate 2014, quando 3005 aveva ancora due milioni di views su YouTube, ma la cosa che mi colpì maggiormente fu scoprire durante un camp di basket che nessun ragazzo afroamericano, tra i molti presenti, aveva mai sentito nominare Childish e che l’unico che lo conosceva era un giovane allenatore bianco. Non fu una casualità, visto che ad oggi viene ancora considerato dai neri un cantante per whitey: ne parlavo ancora qualche giorno fa con un mio amico ivoriano che abita a Londra, che gli riconosce la bravura nella recitazione, ma l’incapacità completa di creare hit intramontabili. E a pensarci bene, Gambino sta nella terra di mezzo dei rapper americani, lontano dalle denunce sociali di Kendrick Lamar e dalle odi allo xanax di Future.
Mashup tra Kendrick Lamar e Childish Gambino
Sono passati tre anni e Childish ha rilasciato nel frattempo un mixtape e un EP, STN MTN / Kauai, il primo gratuito, il secondo a pagamento, concepiti per essere una cosa sola, visto che STN MTN (abbreviazione della città di provenienza di Gambino) è il racconto di un sogno fatto sull’isola hawaiana di Kauai, alla quale il cantante ha davvero devoluto i proventi dell’EP.
Eppure questi due progetti sembrano un lungo interludio in attesa di un qualcosa che ha preso vita a partire da settembre, con l’uscita e il conseguente successo di Atlanta (ancora inedito sui nostri palinsesti): è la storia di uno squattrinato ragazzo della città georgiana (impersonato da lui stesso) che s’improvvisa manager di un cugino che sta ottenendo un sorprendente successo come rapper con il nome di Paper Boy. Tra le varie vicissitudini affrontate con ironia agrodolce, la serie ritrae perfettamente Atlanta e la comunità afroamericana che compone il 50% della popolazione, prendendosi gioco dei luoghi comuni sui neri e allo stesso tempo ponendo l’accento sui veri problemi della metropoli.
Il 2 dicembre uscirà infine su tutte le piattaforme l’ultima fatica musicale di Childish, “Awaken, My Love!”, anticipata da due singoli, “Me and Your Mama” e “Redbone”, che fanno ben sperare.
È incredibile pensare come la noiosa introduzione di cui parlavo all’inizio potrebbe consistere nell’intero articolo, tante cose avrei da dire sul suo conto. Ma, dato che quando si trova il coraggio di iniziare a parlare con una ragazza carina poi si finisce sempre a tirarla per le lunghe, troverò rimedio a questo pericolo con un augurio al lettore: che nella vita tu possa trovare in una canzone un’epifania joyciana come è stata per me ‘II. zealots of stockholm (free information)’ o qualunque cosa ti permetta di capire che dietro alla Musica c’è qualcosa di grande, di enorme e ti faccia venir voglia di scovarlo nell’angolo più sperduto di Spotify.