Iraniano di nascita e londinese d’adozione, Ash Koosha – al secolo Ashkan Kooshanejad – è oggi uno dei principali interpreti dell’area hi-tech dell’elettronica. Il suo interesse per i suoni sintetici è tuttavia recente: nel suo Paese d’origine frequenta il Conservatorio e fa parte della scena indie-rock indigena, raccontata nel film I Gatti Persiani al quale oltretutto partecipa. Arrestato nel 2007, reo di aver organizzato un concerto clandestino, Ash Koosha lascia l’Iran due anni più tardi in seguito all’escalation delle tensioni post-elettorali per approdare nella capitale inglese. È qui che abbandona la chitarra, cominciando a collezionare sample tra letture di fisica quantistica e nanotecnologia, che lo stimolano ad elaborare un originale approccio compositivo in cui ogni elemento sonoro viene trattato come se fosse un oggetto fisico. Nano composizioni che danno vita ad un’elettronica fatta di sonorità inquiete, ma allo stesso tempo affascinanti.
Stasera Ash Koosha debutterà in Italia, al Superbudda di Torino, dove presenterà il suo show audiovisivo in supporto a I AKA I, il suo secondo album uscito questa primavera per Ninja Tune. Per l’occasione lo abbiamo raggiunto per farci mostrare la sua collezione di dischi:
The first record you bought
Pink Floyd – The Darkside of the Moon
The record you own you are most proud of
Sigur Ròs – Von
A record that made you want to start making music
Preisner – Trois Couleurs
A record that inspires you production-wise
Aphex Twin – Drukqs
A record that makes you go all emotional
Jimmy O’Rourke – I’m Happy and I’m Singing and a 1, 2, 3, 4
The record that you use to come down and relax
Jóhann Jóhannsson – Orphée
The last record you bought
Alva Noto & Ryuichi Sakamoto – The Revenant