Quando i The Pier suonarono alla Notte di Bomba Dischi al Circolo degli Artisti nel maggio 2014, tutti rimanemmo sorpresi nello scorgere così tanto talento da parte del trio pugliese. Fu un’esibizione entusiasmante, soprattutto tenendo conto del fatto che all’epoca i ragazzi erano ancora liceali (e minorenni).
Oggi li ritroviamo un po’ più cresciuti, finalmente allo scoperto con il loro debutto, in uscita venerdì per Faro Records. Un mix di math rock, emo e alternative potente, tra la presabbene e il fomento. Prodotto e mixato da Dario Tatoli (MAKAI), vi facciamo ascoltare il disco in anteprima, mentre più sotto potete leggere il Disco Raccontato dal trio. Il 13 dicembre release party ufficiale a Le Mura, a Roma.
ELM ROW
Elm Row è il nome di una strada di Edimburgo.
Il riff portante dell’opening track è stato composto da Gabriele proprio lì, tre anni fa, su una chitarra acustica.
È un pezzo incentrato su una ritmica veloce e potente che alterna tempi semplici a tempi dispari.
Siamo soliti iniziare i nostri concerti con questo brano.
EVERYDAY GETS WORSE
Nato come pezzo strumentale, è uno dei primi brani scritti in assoluto, quando eravamo ancora un duo basso e batteria.
Successivamente, con l’ingresso della chitarra di Danilo, è stata data al pezzo un’impronta più “surf rock” e spensierata.
EXIT FLOWERS
Questo pezzo tira fuori la nostra vena più introspettiva.
Caratterizzato da un ritmo lento e cadenzato, si sviluppa su armonie minori con incastri tra i vari strumenti nei versi, che si risolvono prima in ritornelli più aperti e dalle atmosfere sognanti e poi in variazioni più pesanti e distorte. Anche il contenuto del testo segue il mood cupo della musica descrivendo immagini di un autunno che incombe inquieto.
SKK9
Il disco ritorna su atmosfere più leggere con il brano in questione. Per tutta la durata del pezzo, il cui motivo ricorrente è uno spensierato giro di chitarra, si contrappongono parti forti a parti calme; il gioco di dinamica raggiunge l’apice nel finale schizofrenico. Il testo allude a una realtà immaginaria dove l’apatia e l’assenza dei sentimenti sono le leggi che governano il mondo.
Per chi se lo chiedesse, il titolo non ha alcun significato.
KANGOO
Kangoo è un intermezzo che introduce gli ultimi due brani del disco. È un pezzo sereno basato su un arpeggio di chitarra su cui si appoggiano altri strumenti, in particolare un mellotron e un glockenspiel, che contribuiscono a dare al brano una sonorità particolarmente dolce e nostalgica.
Il titolo prende il nome dalla macchina di Davide.
DAEDALUS
La sesta traccia è senz’altro il brano più energico dell’album. È caratterizzato da ritmi dispari e composti che si alternano in riff spastici e frenetici. Una cavalcata ostinata che culmina nel crescendo finale enfatizzato dall’aggiunta di urla dirompenti.
È la sberla finale di ogni nostro concerto.
PIER
Posta a chiusura del disco, Pier col suo ritmo marciante, dissolve il caos di daedalus e si riallaccia ad una dimensione più cupa già incontrata in Exit Flowers. La canzone si apre col suono costante di timpani e cori sguaiati che terminano in una sezione distesa intervallata da una parte intricata in tapping e una ritmica altrettanto movimentata. La svolta del brano è successivamente data da un arpeggio di basso, su cui si posa inizialmente una melodia vocale sussurrata, che con l’ingresso di chitarra e batteria, si evolve in un esplosione sonora dai rimandi di matrice post rock contornata da dei cori cantati a squarciagola. Il testo è stato scritto da Davide e Gabriele e narra delle disavventure di un marinaio vittima di un naufragio immaginario e il raggiungimento della salvezza sulla terraferma.