Sono anni ormai che vi parliamo saltuariamente della scena musicale made in Germany e degli artisti che si stanno facendo notare per originalità e per l’eventuale esportabilità della propria arte una volta arginato l’ostacolo linguistico, il quale, per la maggior parte degli ascoltatori, rimane una barriera insormontabile.
Quello che sta accadendo da qualche settimana in Germania però non ha precedenti nella storia recente del Paese: la blogosfera di tutto il mondo sta perdendo la testa per la cantante/rapper emergente di Amburgo Ace Tee che, inaspettatamente, in poche settimane, ha visto salire vertiginosamente le views del suo primo video, nonché singolo ufficiale, Bist du down?.
A dire la verità, la prima volta che ho premuto PLAY sono rimasto talmente spiazzato da credere che il video fosse stato rippato da una produzione americana con un beat jazzy a la Jay Dilla e successivamente doppiato da una rapper tedesca. Mi sbagliavo di grosso. In poco più di quattro minuti Ace Tee rende omaggio all’immaginario e all’estetica femminili dell’ R&B dei Novanta, da Brandy alle TLC fino ad arrivare a Janet Jackson, in un tripudio di autenticità colmo di braids svolazzanti, graffiti nei sottopassaggi, felpe delle FILA e coreografie di gruppo decisamente old school. Eppure, non siamo a NYC e neanche ad LA, bensì ad Amburgo, nel quartiere dello Schanzenviertel, in una galleria a cielo aperto denominata OZM Art Space Gallery.
Ace Tee però non è l’unico prospetto in termini di black music al femminile in Germania. Tralasciando il successo mediatico di un paio di progetti discografici, costruiti a tavolino negli uffici delle case discografiche alla fine degli anni 90 (vedi Sabrina Setlur e Tic Tac Toe), la scena tedesca dell’R&B al femminile ha sempre vantato un roster di tutto rispetto.
La regina indiscussa del Soul/R&B im deutschsprachigen Raum (in lingua tedesca) è sicuramente la berlinese di origini sudafricane Joy Denalane che con soli due album all’attivo (uno dei quali, Maureen, pubblicato anche in inglese), è riuscita a mantenere una discreta popolarità nel mainstream e a farsi rispettare dal circuito indipendente e “straight”, come dimostra una recente collaborazione con Chefket, un rapper che mi viene automatico associare, per influenze ed attitudine, al nostro Ghemon.
A sei anni di distanza dalla sua ultima fatica discografica, a marzo pubblicherà il suo terzo disco ufficiale Gleisdreieck, che prende il nome da una stazione della metropolitana di Berlino. Questa Hologramm è il primo singolo estratto.
Passiamo ad un altro volto nuovo, quello di Rola, che solo recentemente ho scoperto avere all’attivo già un paio di EP e un discreto seguito di pubblico. La cantante di Francorte ha pubblicato un nuovo pezzo, Hell(chiaro,luminoso), che –nonostante il sound ispirato alla trap e l’abuso dell’autotune– sta facendo gridare al miracolo un sacco di commentatori su YouTube.
L’ultimo nome da segnare (per ora) è quello di Namika che rispetto alle colleghe sopracitate è quella con aspirazioni più pop-catchy e da classifica. Il successo infatti non tarderà ad arrivare. Nel 2015, da newcomer assoluta, la cantante di origini marocchine vedrà la sua Lieblingsmensch (persona preferita) diventare un tormentone radiofonico, la sorpresa dell’anno da più di 60 milioni di views su Youtube, grazie al quale verrà anche nominata agli ECHO Awards del 2016.
Namika al di là di questo è in grado anche di rappare e destreggiarsi su qualsiasi beat (anche in extrabeat), oltre ad essere un’interprete eccezionale quando si tratta di slow jams come questa Nador, dedicata alla sua terra d’origine. Ottimi presupposti che fanno ben sperare per il suo secondo album ufficiale, in uscita nel 2017.
Auf der Suche nach mir selbst, in den Straßen von Nador…fühl ich mich zu Hause, fühle mich verloren… / Alla ricerca di me stessa, nelle strade di Nador..mi sento come a casa, mi sento persa…
Non dimenticare che abbiamo fatto una zine, si chiama 2016, e la trovi qui.