Anche se per gusto e storia personale provengono da mondi sonori molto lontani, Estel e Bea cominciano a selezionare musica insieme, un po’ per divertimento un po’ perché sentono il bisogno di avere una nicchia al di fuori dei live in cui spesso sono impegnate per via dei rispettivi progetti musicali.
Tutte e due mal sopportano la “Festa della donna” perché, essendo un giorno visto come diverso dagli altri, bolla le donne come qualcosa di fuori dalla norma, un freak of nature, soprattutto in un momento storico in cui il sessismo continua ad essere un enorme freno per tutte le donne che vogliono essere riconosciute professionalmente, non perché belle o brutte, non perché femmine, ma perché capaci.
Bea ed Estel hanno quindi sentito l’esigenza di creare un mixtape con brani prodotti e scritti da donne o comunque di cui le donne siano le protagoniste indiscusse. Si parte da La cavalcata delle Valchirie di Wagner, passando per Bus ride di Kaytranada su cui Estel canta Everything is everything di Lauryn Hill con un testo riadattato al femminile; poi Cheap chicks della rapper Bahamadia, Jam for the ladies di Moby, un po’ di leggerezza estiva in All summer long con i gorgheggi di Kym Mazelle, fino alla storica Gipsy Woman che ricorda la condizione dei musicisti, sempre un po’ gipsy, senza fissa dimora. You’re the one di Kaytranada con il magico vocal di Syd lascia spazio a Goodbye dove la narrazione di Lyse si tuffa nella cassa dritta del brano Frankly della produttrice Margaret Dygas. Qui Bea apre con un arrangiamento di violoncello ispirato a Little fifteen dei Depeche Mode a cui sovrappone una sorta di filastrocca blues-housy che conduce a conclusione questo denso viaggio di poco più di 15 minuti.
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