Nu Guinea convocati da Discosafari per il 14 Aprile nel delizioso Osservatorio Astronomico, il gioiello del Dude Club di Milano.
Ma procediamo con ordine.
Discosafari è il cavallo di battaglia di Cristian Croce, noto alle cronache anche come Henry Cane: un party che tra gli anni 2008 e 2011 ha fatto scatenare nel capoluogo lombardo anche chi con il mondo delle feste ha poco a che fare.
A fare gli onori di casa la sempre vincente accoppiata Cristian + Nicola (proprietario del celeberrimo negozio di dischi Serendeepity), che insieme fanno i The Barking Dogs. A Milano li conoscono tutti, non esiste locale in cui i due produttori e dj non siano stati, non c’è pista che sia rimasta vuota o pubblico deluso. Negli anni Discosafari è rimasto attivo come blog e come piattaforma di eventi, ma era ora di tornare.
Dal Settembre 2016 ha preso vita Discosafari Reloaded, rito mensile presso l’Osservatorio Astronomico del Dude Club e nella nuova avventura si è lanciato anche la personalità più eclettica della Valtellina; Sir Andrea Barbieri che vale la pena di incontrare prima di morire.
Nella stagione che sta volgendo al termine il team ha voluto esplorare e dare spazio al mondo del “live”. Si sono alternati Whodamanny, The Mystic Jungle Tribe, Backwords, Underspreche, Brioski e 291outer space.
Gli ospiti di questo appuntamento “animalesco” sono il duo italiano Nu Guinea, ora di base a Berlino. Dietro a questo nome esotico si celano Massimo Di Lena e Lucio Aquilina, in passato accostati ad una scena musicale che nel 2010 li aveva stancati definitivamente e privati di stimoli, hanno dato inizio ad una ricerca silenziosa e meticolosa in terreni fino ad allora poco esplorati. Mettendo al setaccio la musica del passato, come la definiscono loro stessi, sono arrivati a rielaborare una loro personale formula di groove attingendo da molteplici fonti.
Nu Guinea è disco, balearic, funky, boogie, electronic, folk e molto altro ancora. Un live che arricchisce ma fa anche divertire.
Il resto ve lo dicono loro perché li abbiamo intervistati.
In occasione della data all’Osservatorio Astronomico del Dude Club, per il party Discosafari, vi esibirite in un live dj set. Che cosa ci dobbiamo aspettare e perché questa scelta?
Quest’idea è nata dall’esigenza di poterci esprimere in quello che sappiamo fare meglio: Massimo dedica molto del suo tempo alla ricerca musicale mentre Lucio allo studio armonico e melodico. Di conseguenza questa performance ibrida rappresenta la configurazione ideale fra noi due.
Con il nostro setup, non miriamo alla perfezione, piuttosto ad un approccio improntato al divertimento e alla spontaneità della performance. L’uso di un synth dal vivo, aiuta ad instaurare una maggiore connessione con il pubblico,
Raramente abbiamo l’occasione di esibirci Live, ovvero con la band al completo che comprende anche bassista e percussionista. Purtroppo, spesso per problemi di spazio nei club, è difficile poterci ascoltare in questa formazione.
Cosa ha significato per voi l’incontro con Tartelet Records?
Emil (il “boss” della label) ci ha sempre supportato. Una volta arrivati a Berlino ci siamo finalmente conosciuti di persona e da lì è nata una grande amicizia che dura tuttora ed un EP su Tartelet.
Non penso capiti tutti i giorni che un cento Eric Trosset, manager del maestro Tony Allen, proponga a due musicisti di mettere mano alle preziose drums del suo artista. Cosa vi ricordate ancora a distanza di anni di quella serata?
E’ stato abbastanza imprevisto come incontro. Quel giorno eravamo a casa nostra con Kes, aka Wayne Snow, per parlare del suo progetto da solista. A quel meeting c’era anche Eric, che all’epoca era il suo manager (forse lo è ancora adesso). Parlando del più e del meno, ad un certo punto gli abbiamo fatto ascoltare qualcosa del nostro progetto Nu Guinea. Crediamo che il sound gli sia piaciuto, perchè sulla porta, prima di salutarci, ci ha proposto di mettere mano alle batterie di Tony Allen, per un nuovo disco. Noi lì per lì abbiamo cercato di mantenere un certo contegno, poi, una volta chiusa la porta di casa, ci siamo lasciati andare a manifestazioni di gioia un po’ più “rumorose”.
Cosa ci raccontate della vostra esperienza all’Atlas Electronic, attualmente uno dei festival africani più interessanti? Sono ormai due anni che vi esibite da loro…
Siamo felici di essere stati chiamati anche quest’anno dei ragazzi dell’Atlas Electronic Festival. L’anno scorso ci siamo divertiti un sacco, è stato lì che abbiamo conosciuto i ragazzi di Redlight Radio che ci hanno invitato per un radioshow il giorno dopo la nostra performance. Durante il soundcheck è nata una Jam session con una band tradizionale marocchina che suonava prima di noi. 10 minuti di percussioni, synth Fm e canti tradizionali, fantastico!
Siete stati chiamati da Radar Radio, Boiler Room, NTS ospiti di Charlie Bones….insomma le autorità del settore che hanno storicamente avuto sempre un occhio di riguardo per la sperimentazione e la fusione tra sottogeneri vi tengono da tempo sott’occhio. Cosa colpisce maggiormente all’estero di Nu Guinea?
Passiamo molto tempo alla ricerca di brani del passato, è incredibile quanta bella musica sia stata composta. Questo lavoro ci dà grande ispirazione soprattutto in fase di composizione, ma è anche bello poter condividere queste scoperte con chi ci ascolta. E’ un onore per noi essere chiamati questi network, a volte qualche gratificazione non fa male, soprattutto in un mondo di nicchia come il nostro.
Penso che il vostro live sia uno dei più accreditati ora come ora, in Italia iniziate ad avere il vostro meritato spazio. Ricordate quale è stato l’anno in cui avete iniziato a capire che con questo progetto stavate toccando cuori, menti e orecchie delle persone? Insomma quando avete capito che era la strada giusta e che avevate trovato il linguaggio adatto per esprimere tutti voi stessi?
Trovare il proprio linguaggio è sempre un processo lungo e, quando sembra di averlo trovato. poi si va inevitabilmente verso qualche altra direzione. Ogni volta che riascoltiamo i nostri brani fatti un anno prima ci rendiamo conto di quanto siamo cambiati nel frattempo. C’è stato un momento, forse nel 2010, nel quale entrambi ci siamo resi conto che la musica che stavamo facendo non ci rappresentava al 100%, e da quel momento è iniziato un viaggio, un’esplorazione attraverso vari generi musicali che ci ha portato al progetto Nu Guinea; che non è solo lo specchio della nostra visione musicale, ma anche il risultato di esperienze di vita che abbiamo condiviso insieme e da soli.
Anche l’incontro musicale con Mark Barrott ha dell’incredibile come con Tony Allen? International Feel Recordings può essere un punto di riferimento per Early Sounds?
International Feel è un’ottima etichetta, e siamo stati felici di poter mettere mano su un brano di Mark Barrott, che in precedenza aveva rilasciato un album dalle sonorità molto interessanti. Tuttavia non la consideriamo un vero e proprio riferimento per Early Sounds.
Non so se siate in contatto con Gilles Peterson, ma se doveste trovarvi faccia a faccia con lui che cosa gli chiedereste?
Probabilmente qualche basement dove fare digging a Londra o meglio ancora in Brasile :)
Penso abbiate notato anche voi che forse negli ultimi mesi molti addetti ai lavori abbiano dirottato le proprie direzioni musicali verso i confini disco, boogie, funky e balearic per cavalcare “l’onda”. In pochi casi è uno sviluppo professionale, per lo più parliamo di hype e strategie delle agenzie. Mi date il vostro parere, visto che non avete mai dato retta a certe cose e avete iniziato il vostro percorso lontano da tutto e tutti.
Proprio perché abbiano iniziato il nostro percorso lontano da tutto e da tutti, e non essendo “animali sociali”, non siamo al corrente di quali artisti e promoters stiano cavalcando un’onda per questioni di “Hype” o per una vera passione. Fatto sta, che in un modo o in un altro, molta musica di diversi generi e derivazioni è stata divulgata, alimentando negli individui la voglia di conoscere e fruire tipi di musica che precedentemente erano relegati a nicchie ben più piccole di mercato. Questo da una maggiore possibilità di espressione a noi, che amiamo poter spaziare attraverso diversi immaginari musicali, sia in un contesto di Club che in fase di composizione.
Amate sporcarvi le mani nei negozi e mercatini in giro per il mondo. Qual è stato l’ultimo disco che avete acquistato?
I mercatini riservano sempre sorprese inaspettate. Ultimamente, a Napoli, abbiamo trovato un disco che cercavamo da tempo, Space Craft’s Men – Adventures, rilasciato in tiratura limitata su Music Scene rinomata etichetta italiana di sonorizzazioni. Questo non è l’ultimo disco trovato ma sicuramente uno tra i più interessanti.
Il negozio di dischi in cui vi sentite a casa?
Sicuramente Futuribile, un negozio di dischi aperto da pochi mesi a Napoli, dai nostri colleghi e amici di Early Sounds.
Cosa avete in uscita nei prossimi mesi?
Stiamo finendo di lavorare ad un nuovo Album, incentrato su sonorità legate alla nostra amata terra partenopea. Per il momento non possiamo dire di più, preferiamo dare maggiori dettagli quando il lavoro sarà ultimato al 100%.
Inoltre stiamo già lavorando al follow up del disco “The Tony Allen Experiments”. Ad agosto scorso siamo stati due giorni con Tony Allen nei Red Bull Studios di Berlino per registrare le batterie del nuovo disco. E’ stata un’esperienza incredibile avere a che fare con un musicista di questo calibro e un grande onore per noi poterci collaborare di persona.
Qual è l’artista che ancora oggi presenta un live da non perdere?
Azimuth Live, senza alcun dubbio. Ascoltati a Berlino qualche mese fa, non hanno deluso le nostre aspettative. Eravamo un po scettici rispetto al nuovo tastierista, che sostituiva il maestro Roberto Bertami, che invece si è rivelato essere più che all’altezza del ruolo. Vedere Ivan “Mamao” Conti, cantare e suonare la batteria come se avesse ancora vent’anni, è stato a dir poco emozionante.
Tre titoli per i lettori di dlso.it
Rick Asikpo pres. Afro Fusion – Love Love,
Franco Micalizzi – Vier Fäuste Gegen Rio (Original Motion Picture Soundtrack)
Edit Point – Help Yourself