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Fondata nel 1997 con l’intento di fare da piattaforma per le uscite discografiche del collettivo di djs e producers tedeschi Jazzanova, la label Sonar Kollektiv ha sfornato in questi due decenni più di 350 releases, spaziando tra generi e stili – dalla minimal techno degli Âme di Rej al reggae dei Fat Freddy’s Drop passando per il nujazz dei Micatone– ma mantenendo sempre costante una raffinatezza ed un livello qualitativo altissimi. La recente pubblicazione della compilation “Jazzanova- The Remixes 2006-20016”, terzo volume della fortunata serie, e quella imminente del nuovo album della vocalist belga Liz Aku ci hanno dato l´occasione di raggiungere Jürgen von Knoblauch, nel ruolo di CEO dell´etichetta. Ecco quello che chi ha raccontato:
Vorresti raccontare hai nostri lettori come i membri del vostro collettivo si sono incontrati e come avete cominciato a dare alle stampe musica per un etichetta tutta vostra?
Ci siamo incontrati intorno alla metà degli anni 90 in un club berlinese chiamato Delicious Doughnuts Research, che ora non è più in attività. Il club aveva una programmazione sette giorni su sette ed era il punto di incontro di dj e musicisti, non solo per esibircisi ma anche per fare conoscenza tra di loro e dare vita a nuovi progetti, come è successo nel caso di Jazzanova. Motivati dal successo del nostro primo EP abbiamo sviluppato l´idea di pubblicare musica di altri, oltre che a realizzare le nostre cose. È così che la Sonar Kollektiv è stata fondata.
Dai vostri inizi ad oggi siete passati attraverso molte fasi dalla musica elettronica e della club e dj culture. Cosa ne pensi in generale dello stato della scena nel 2017?
Effettivamente, in questi venti anni la musica elettronica e la cultura intorno al mondo dei dj e dei clubs hanno sviluppato un sacco di nuovi stili e generi. Credo che nel 2017 ci sia di nuovo una fame di sperimentazione, si nota una maggiore apertura mentale verso generi musicali differenti. è una situazione simile a quella dei nostri inizi, nella metà degli anni 90.
Dal punto di vista delle vendite, qual´è la vostra release di maggior successo?
La nostra prima compilation di remixes “Jazzanova – The Remixes from 1997 to 2000”.
Ci racconteresti invece -basandoti sulle tue esperienze personali- quali sono le highlights dell´etichetta, dalla sua fondazione ad oggi?
Per me è sempre stato importante che per gli artisti che hanno prodotto e producono musica per Sonar Kollektiv, la label fosse un po´ come casa loro e che allo stesso tempo il loro talento fosse impiegato per supportarla. In questo senso le highlights sono state veramente tante: Fat Freddies Drop, Micatone, Dixon, Trickski, Pete Josef, Fetsum, Liz Aku, The Black 80ies… impossibile menzionarli tutti.
Quali sono i criteri che applicate quando si tratta di scegliere quale musica pubblicare, sia che si tratti di remixes o brani originali? Ed inoltre, i classici demo sono ancora un buon modo per attirare la vostra attenzione?
I demos sono decisamente ancora un buon modo per farsi notare da noi. Per esempio l´EP dei Mixtapers è proprio il risultato dell´invio di un demo. La nostra attenzione si concentra sul lavoro a lungo termine con gli artisti ed i loro long players. La nostra etichetta si basa più sugli artisti che sulle tracce in sé.
Ci sono musicisti, djs o produttori che ti ispirano particolarmente e che -se non fosse questione di budget o impegni professionali- ti piacerebbe avere sulla vostra label?
Devo dire di essere già molto soddisfatto con gli artisti con cui stiamo già lavorando. Il nostro compito è di fornirgli una piattaforma grazie alla quale evolversi, più che una questione di collaborazioni saltuarie. D´altra parte però le collaborazioni e le partecipazioni speciali di artisti che ammiriamo particolarmente sono un buon modo per metterli in contatto con Sonar Kollektiv. Ad esempio, i Potatohead People sono stati per molto tempo tra i nomi fissi nella nostra lista dei desideri. Quando ci siamo messi alla ricerca di remixers per Peter Josef è sembrato fosse arrivato finalmente il momento per chiedergli di produrre qualcosa per noi, e per fortuna hanno accettato.
Per un ipotetico futuro mi piace pensare ad alcuni altri artisti che potrebbero prestarsi bene ad una collaborazione: Bonobo, Oddisse, Caribou, Sohn, Sam Herring, Badbadnotgood, Kaytranada e tanti, tanti altri…
Con il terzo volume della serie “Jazzanova -The Remixes” celebrate venti anni di carriera da remixatori, appunto. Che ricordi hai del primo remix da voi prodotto?
Il nostro primo remix lo abbiamo prodotto per la United Future Organization (UFO), per noi veri e propri eroi. Quando, nel 1997, questa leggendaria formazione giapponese ci fece questa richiesta fu un vero e proprio flash.
Secondo te, qual´è il segreto di un buon remix?
Per come la vedo io, un “remix” dovrebbe aggiungere una nuova prospettiva al brano originale, sia che venga prodotto in uno stile musicale diverso, con differente strumentazione, con un diverso arrangiamento o progressione, oltre a dover essere prodotto con il dancefloor in mente. Un altra opzione potrebbe essere una quella di una “versione”, che secondo me prevede un approccio più sperimentale verso originale, senza essere necessariamente destinata alla pista da ballo.
Se tu dovessi scegliere il tuo remix preferito, tra quelli da voi prodotti, quale potrebbe essere?
Cambia in continuazione. Al momento è quello di Skybreaks, un brano della Heritage Orchestra.
Per finire, ci potresti raccontare qualcosa riguardo le prossime releases targate next Sonar Kollektiv releases?
Dopo l´uscita di Jazzanova Remixes Vol. 3 seguirà l´album di Liz Aku intitolato “Season’s Change“, dopodichè arriveranno gli albums di Radio Citizen, Micatone, Glow In The Dark e Homeless, una collaborazione tra il nostro Alex Barck e ComixXx. In più sono previste le uscite del secondo volume della serie di compilations “Sonar Kollekting”, showcase della label, ed una raccolta di remixes prodotti per Pete Josef. Tenetevi pronti!
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