La guerra, la terra, una questione privata.
Il percorso degli Inude riprende, in maniera del tutto personale e intima, questioni di carattere quotidiano e del vivere civile. Sensibilità a nudo, l’isolamento come scelta volontaria per ritrovarsi, per scrivere, riflettere e riconciliarsi. Il racconto è semplice e lineare, come la vita del borgo di Montefabbri, posto in cui la band decide di rifugiarsi per trovare la quadra del nuovo album, lasciandosi alle spalle il mondo del wifi, delle chat e anche delle telefonate, un luogo mentale prima che fisico.
La casa tra le colline diventa il centro del mondo, le sporadiche visite degli amici diventano input importanti per la realizzazione del nuovo materiale.
Da qui l’idea di Colla, collettivo creativo, di raggiungere la band e raccontarci in un diario su Instagram il forte legame del luogo e della natura con l’esperienza degli Inude, dove materia e liquidità del digitale si abbracciano.”