Non so voi, ma se dovessi scegliere una città degli Stati Uniti in cui vivere sarebbe senza dubbi Austin nel Texas. Dimenticate l’immagine da zoticoni ignoranti che i texani si sono costruiti, lasciate perdere le inflazionate Los Angeles, New York, San Francisco, Miami o Las Vegas. Il posto in cui scassarmi ogni sera vorrei fosse la “Live Music Capital of the World”, la città con il più alto numero di locali pro capite della nazione. Lì la musica trasuda dai palazzoni che rendono invivibile downtown fino ai curatissimi giardinetti che si estendono per svariati isolati nelle periferie bene. Della cosa si è accorto anche uno dei registi contemporanei più importanti, quel Terrence Malick idolatrato per The Three of Life, La sottile linea rossa o La rabbia giovane, negli ultimi anni impegnato nelle riprese di più film contemporaneamente, dopo interi decenni di rigoroso silenzio.
Un silenzio cinematograficamente da rimpiangere, tanto meditativo quanto utile per dare alla luce dei film pieni di magnifiche immagini e, al contempo, densi di significato. Song to Song, uscito in Italia il 10 maggio, sembra dimostrare l’inarrestabile declino di Malick, vittima del suo stesso stile, incaponito in tematiche tanto effimere quanto impalpabili. Ma c’è qualcosa in quest’opera che va ricordata: una colonna sonora (composta da più di 70 brani) protagonista, più dei vari Ryan Gosling, Michael Fassbender, Natalie Portman e Rooney Mara, perfetta fotografia di una città in cui perdersi in parole è considerato reato. Un motivo che forse da solo non varrà il prezzo del biglietto, ma chi se ne frega. Spazio alla musica che accompagna le immagini di un luogo in cui ci scommetto, vi divertireste anche voi.