Dario e Guglielmo ci hanno raccontato poco tempo fa “Riva”, l’album che ha inaugurato il progetto Aquarama. In quell’occasione si sono definiti i contorni del disco, ci hanno regalato le immagini e le sensazioni che trasmettono a loro i 9 brani che compongono la release.
Questo secondo incontro è invece dettato dalla stima e l’affetto verso questo progetto che porta a nostro avviso il pop italiano ad un livello superiore. Così come loro stessi vogliono dare una svolta ad Aquarama e iniziare a fare sul serio, volontà testimoniata dal coinvolgimento di Marco Olivi che ha collaborato con Ghemon, Ex-Otago e Selton. Per il mastering si sono affidati a Giovanni Versari, vincitore di un Grammy per “Drones” dei Muse.
Ho incontrato i ragazzi al Frida di Milano e con una birra, insieme ai rivenditori di rose e agli schiamazzi della zona Isola, ho provato ad entrare nella loro dimensione e capire come sta cambiando la loro vita.
Buona lettura.
Raccontateci i concerti di Firenze alla Flog per l’uscita del disco e a Base per la Design Week di Milano.
Dario:
Il concerto alla Flog, locale storico di Firenze, era anche il release party del nostro disco. L’occasione era l’apertura del concerto dei francesi La Femme. Abbiamo suonato insieme ad altri sei musicisti: tre coriste e una sezione di fiati, arrangiando il disco ed il live per una formazione ad undici. Il risultato è stato davvero potente.
La serata è andata sold out in poco tempo e si è avvertita la doppia affluenza, sia per noi che ci siamo esibiti alle 23:00, sia per La Femme. E’ la prima volta che suonavamo con loro anche se io li avevo già portati a Firenze in occasione del tour per il primo disco.
Guglielmo: Proprio quella volta preparai un visual set per loro.
Dario: E’ stato molto bello perché ci siamo esibiti davanti ad un locale pieno, finalizzando la nostra aspettativa di arricchire il numero di artisti per un live al massimo del suo potenziale. Ci piacerebbe poi che crescendo si portasse avanti la formazione in undici.
Guglielmo: La sezione di fiati è poi particolarmente importante perché tutte le linee soliste di chitarra sono state scritte e pensate come se fossero degli ottoni a suonarle. E’ stato un live alla sua massima realizzazione.
A Base per la Design Week c’è stata un’ottima risposta, la macchina promozionale intorno a noi si era già messa in moto e per lo più quel giorno ci erano arrivati i dischi freschi di stampa. Location fantastica, ci siamo divertiti moltissimo e abbiamo iniziato a vedere le persone con i nostri album in mano; una bella sensazione!
Presentatemi “lo zoccolo duro” del live Aquarama: Giacomo Mottola, Theo Taddei e Alessandro Pezzano.
Guglielmo: Sono tre grandi musicisti e cari amici, tutti di Firenze. Theo è un polistrumentista, abile con qualsiasi cosa produca un suono. Riesce davvero a fare musica con i sassi ed è un batterista “di pancia” , quindi il suo approccio alle percussioni è incredibilmente e totalmente personale.
Giacomo è un jazzista che studia al Conservatorio, con una voce che si impasta molto bene con quella di Dario. Entrambi, Giacomo e Theo, fanno parte di Le Furie.
Alessandro invece ha iniziato a suonare molto giovane, ha una grande forza di volontà che gli ha permesso e a diciotto anni di fare sostituzioni in band piuttosto grandi; ha anche una discreta esperienza internazionale.
Quindi quando è nato il progetto Aquarama avete pensato subito a loro?
Guglielmo: Allora in realtà sono due fasi distinte. Alessandro e Giacomo hanno iniziato ad aiutarci in una fase precedente alla registrazione del disco, quando i pezzi erano già tutti pronti ma avevano bisogno della levigatura finale. Il loro ingresso ci ha aiutati molto a portare quanto fatto fino a quel momento fuori dal nostro studio, ci stavamo un po’ alienando per la verità e loro sono stati di grande aiuto in questo senso. Il disco nella sua struttura, i testi e gli arrangiamenti sono opera nostra.
Perché vi siete trasferiti a Milano?
Dario: è una scelta di vita presa per dare maggior respiro al progetto Aquarama. Il disco l’abbiamo poi inciso qui negli studi di Schema Records insieme al produttore Marco Olivi con cui ci siamo trovati benissimo, tanto da continuare la nostra collaborazione.
Dietro questo disco c’è un grande lavoro. Sembra che abbiate studiato quanti più dettagli possibile e vi siate circondati delle persone giuste per fare il salto di qualità. Giusto?
Guglielmo: Si è creata una grande famiglia; ci sono persone che collaborano con noi dietro le quinte per la comunicazione e il marketing.
Dario: La nostra amica Martina Toccafondi ha curato con noi l’edizione speciale del disco con un poster a cura del suo magazine Moodboard e lei quando ha la possibilità ci segue e ci fa i visual del nostro live. Sono un insieme di persone insomma che sono entrate a far parte della nostra vita per “Riva”, ma continuano a farne parte.
Ora che state cavalcando l’onda, avete fame di date o siete selettivi?
Dario: Il progetto ora ha sicuramente bisogno d’esposizione, ma sono necessarie alcune garanzie per far sì che tutto vada bene. Nonostante questo siamo riusciti a mettere insieme tante date per tutta l’estate.
Le prossime?
Dario: Il “Riva Tour” è iniziato a fine marzo e per il mese di agosto avrà già collezionato più di 25 date in tutta Italia, dal Piemonte alla Calabria! A fine giugno torneremo in Puglia, poi qualche data in Toscana e una grande serata al Magnolia di Milano coi Badbadnotgood, una bella soddisfazione. A Luglio poi faremo un bel giro che parte da Sud attraverso tutto il centro Italia per poi suonare di spalla ai Selton del nostro amico Daniel Plentz. Ad agosto invece saremo al Color Festival la stessa sera di Brunori Sas e One Dimensional Man e poi su fino a Cuneo!
Guglielmo: La maggior parte delle date sono al mare; una sorta di rivalsa. Abbiamo fatto il disco chiusi in studio, d’estate e ora andiamo a suonare al mare.
Da Settembre parte il tour europeo e centra anche il mare.
Guglielmo: La maggior parte delle date sono al mare; una sorta di rivalsa. Abbiamo fatto il disco chiusi in studio, durante l’estate e ora ci riprendiamo l’estate facendo quello che più ci piace al mondo! Da Settembre poi partirà il tour europeo che col mare avrà un legame speciale.
Il vostro disco è un caleidoscopio di pop, funk, soul e tropical. Datemi un titolo di un disco che rappresenti ciascuno dei generi che vi ha ispirato.
Guglielmo e Dario: “Pet Sounds” dei Beach Boys per il pop. Per il soul “Otis Blue” di Otis Redding, per il tropical ci assolutamente “Acabou Chorare” dei Novos Baianos, disco brasiliano degli anni 70. Per il funk è James Brown “In the jungle groove”.
Cosa avete detto alla vostra illustratrice quando avete commissionato la copertina del disco? Guglielmo: Non ho fatto io la copertina per non essere autoreferenziale e ci tenevamo che si coinvolgessero più artisti possibili e al femminile. Ci piace pensare che “Riva” abbia un tocco femminile. Le foto promozionali ce le ha fatte la bravissima fatta Sara Mautone, per esempio. Che storia c’è dietro al coinvolgimento nel video del batterista dei Selton? Chi è l’artista che vorreste ascoltasse “Riva”?
Dario: Clèmence Chatel lavora nel mondo della moda tra Firenze e Milano. Quando l’abbiamo conosciuta a Firenze ci ha fatto vedere alcuni suoi lavori di cui mi piacevano i colori ed il tratto che si avvicinavano a quello che avevamo in testa musicalmente. Lei ha fatto l’artwork del disco ascoltando le demo, molto prima che “Riva” arrivasse alla sua stesura definitiva. Al secondo tentativo ci ha presentato proprio quello che volevamo.
Una traccia delle nove che vedreste bene in un film?
Aquarama, la strumentale, potrebbe essere da 007, ricorda i vecchi film anni ’60 di James Bond. Questi brani sono delle storie e ci piace pensare che qualcuno ci possa poi scrivere una trama attorno.
Dario: Ho conosciuto Tomaz Di Cunto (detto Toco), bravissimo musicista di San Paolo, quando lavoravo come conduttore presso Controradio dove lui aveva un programma di musica brasiliana. È stato lui che ci ha fatto conoscere Marco Olivi e lo stesso Daniel Plentz, suggerendoci che se volevamo un tocco tropical era la persona giusta da coinvolgere.
Il festival in Italia a cui ambite?
Mi Ami 2018.
Se vi dovessero chiedere il nome del dj più adatto per aprire il vostro concerto, quale sarebbe?
Biga senza ombra di dubbio. Collezionista e selezionatore unico. Ha firmato anche il remix del nostro singolo “Coral” e siamo compagni di etichetta (Fresh Yo!).
Vi piacerebbe come format o è troppo usato?
Certo! Se c’è coerenza Aquarama è aperto ad ogni possibilità di djset prima e dopo il nostro concerto!
Beck, ci ispiriamo molto a lui perché nei suoi dischi mette dentro di tutto, denunciando al tempo stesso in modo chiaro la sua personalità artistica. Lui però ci riesce da una vita, vediamo se riesce anche a noi…