Chi ha familiarità con il catalogo Planet Mu saprà bene come al fianco di releases che potremmo definire di genere, la label offra regolarmente lavori discografici che, facendo un po’ riferimento alla carriera discografica del suo fondatore Mike Paradinas, hanno il pregio di non essere facilmente riconducibili a nessuna cifra stilistica prestabilita. È il caso dei lavori del prolifico Ekoplekz, il cui album “Bioprodukt” è uscito in questi giorni. Fedele ad una certa estetica lo-fi che lo rende in parte accomunabile al primo Aphex Twin, il bristoliano Nick Edwards ha in comune con la più celebrata classe dell’elettronica britannica anni 90 anche un ossessione per le profondità subsoniche del dub e le proprietà psichedeliche dell’acid house. Sostenuto da queste fondamenta il produttore è libero di spaziare dai tropicalismi sghembi di Elevation, Consequences e Calypzoid alle oniriche Descent e Low X-Over chiudendo l’album con Denier Daze, nebuloso loop che ricorda in tutto e per tutto le atmosfere aliene degli inarrivabili “Selected Ambient Works” del già citato Richard D. James.