È uscito ieri il biglietto da visita dei Plateaux: s’intitola Grand Armada ed è il primo singolo estratto dal loro EP d’esordio, la cui uscita per Sangue Disken è prevista per Settembre.
Il quartetto è capitanato dalla voce di Nicola Gospel Quaggia e conta anche la presenza di Giacomo, ex batterista degli Iori’s Eyes.
A noi il loro esordio dalle sonorità un po’ vintage e psych è piaciuto tantissimo ed è per questo che abbiamo chiesto ai Plateaux di presentarsi, scegliendo per voi 5 brani che li rispecchino al meglio.
Neil Young and Crazy Horse – Powderfinger
Con Powderfinger a volte ci chiudiamo i concerti e quasi sempre la facciamo partire in sala prove arrivando a toccare volumi inaccettabili e che forse dovrebbero essere illegali. Da sbattere in faccia a tutti quelli che associano Neil Young al Neil Young acustico e da limone garantito di Harvest. Il suono è chiaro: dice chitarre, dice che le chitarre esistono ed è bellissimo che esistano.
The Byrds – Wasn’t Born to Follow
I Byrds. I Plateaux esistono grazie ai Byrds. Se i Byrds non fossero esistiti, oggi non saremmo qui su queste splendide pagine. La psichedelia ci piace molto e ci piace molto camminare nei boschi, andando alla ricerca di quella specie di illuminazione che noi chiamiamo Baviera, un’epifania sonora e visiva (per spiegarla in breve: la prima scena di Cuore di Vetro di Werner Herzog) dove il suono di un reattore può tranquillamente aiutarti a raggiungere la pace dei sensi, come in questo pezzo.
Tom Petty and The Heartbreakers – Even The Losers
Tom Petty è la musica come dovrebbe sempre essere: sincera, libera, comprensibile, democratica. Stiamo parlando di uno che ha sempre e solo voluto fare questo mestiere e che si è sbattuto per anni per farlo, tirandosi dietro dei musicisti incredibili. Sei un ragazzino di Gainesville, Florida, che una sera del ’64 rimane fulminato dall’apparizione televisiva dei Beatles e dà completamente fuori di matto, come tanti altri ragazzini e non solo di tutti gli Stati Uniti. Ama i Beatles, ama i Byrds e ama Dylan. Ha poi suonato con un tizio dei Beatles, un tizio dei Byrds e con l’allora non ancora Premio Nobel Bob Dylan. Noi amiamo Tom Petty.
The Cure – 2 Late
La grandezza dei Cure sta nelle loro contraddizioni, nel Dark che è in realtà palesemente Pop (dei migliori, tra l’altro), nei Synth anni ’80 che cozzano coi soli di chitarra, nel connubio Punk e Hippy ma con le sneakers. Ma soprattutto (e questo li avvicina a Tom Petty) sono persone a cui vuoi bene, al punto da preoccuparti per i loro genitori.
Nitty Gritty Dirt Band – Will The Circle Be Unbroken
Nessuno di noi 4 è religioso, ma la spiritualità è al centro di molte nostre canzoni. Il bello di alcune preghiere come Will The Circle Be Unbroken è che se le prendi come semplici testi letterari, slegandole quindi dalla divinità rivelata verso cui sono rivolte, ti parlano di viaggio, di tormento, di altri mondi verso i quali rivolgere il proprio sguardo.