Non è passato molto tempo dall’uscita di Migration, eppure l’ultimo disco di Bonobo sembra già un album ben sedimentato nella memoria. Tempi moderni.
Siamo stati a vedere Simon Green a Roma. Per chi lo conosceva già live, il concerto nella splendida Cavea dell’Auditorium Parco della Musica sarà stata una gradita conferma e un ulteriore passo avanti in termini di qualità. Per i novizi, una sensazionale epifania.
Bonobo può apparire freddo e distaccato e può dare l’idea di un artista che non sperimenta sul palco (così come con Migration non è che abbia osato particolarmente rispetto ai due dischi precedenti). È incontestabile, però, che la resa live full band delle sue produzioni sia ineccepibile, che brani come Cirrus, Kong o Kiara siano ormai autentici classici della downtempo 2.0. e che il producer inglese riesca a far alzare in piedi tutta la cavea e a farla ballare senza affidarsi mai a soluzioni facili: rimane sé stesso e si fa amare per la sua cristallina e intelligente purezza. La durata contenuta del concerto preserva anche da eventuali momenti di noia, personalmente mai registrati. L’ovazione è meritata, la meraviglia dinanzi alla sua esecuzione coinvolgente è stata pressoché unanime.
In attesa di nuovi risvolti artistici, direi che a Bonobo attualmente non si possa chiedere niente di più: è semplicemente un artista egregio.
(Foto di Susanna D’Alessandro)