1- Il concerto è iniziato con Intro e Crystalised, e tanto sarebbe bastato per ricordare perché gli xx sono una delle band più acclamate e importanti di questo decennio.
2- In tanti mi avevano spaventato dicendomi che gli xx dal vivo sono mosci. Sarà, ma il live è stato estremamente coinvolgente, equilibrato nella scaletta e ben congeniato per il grande palcoscenico su cui si sono esibiti. Mai uno sbadiglio, mai un calo di tensione. D’altronde, il trio inglese è headliner dei festival più grandi d’Europa da almeno un lustro, avranno pur preso le loro contromisure per gestire show di grande portata.
3- Se proprio voglio assistere a un concerto che non rischi di rivelarsi “moscio”, mi vado a vedere gli AC/DC, mica gli xx.
4- Oliver, Romy e Jamie sembrano persone davvero low-profile, sincere anche nei complimenti di rito verso una città in cui mancavano addirittura da 7 anni. Mi piace l’idea che le “rockstar” di oggi possano essere o sembrare i ragazzi della porta accanto.
5- La scelta di suonare Loud Places di Jamie xx – unica eccezione in scaletta – ha evidenziato chi è il genio musicale tra i tre.
6- Se sono abbastanza vicino al palco evito sempre di guardare comunque i maxischermi: preferisco vedere in modo diretto. Eccezione a ‘sto pippotto simil-snob: ogni volta che veniva inquadrato Jamie xx è stato impossibile non soffermarcisi. Una vera goduria vederlo all’opera.
7- L’assenza di visual e la semplicità dei giochi di luce e di scenografia ha rivelato che agli xx non serve chissà cosa sul palco per conquistare gli occhi del pubblico: basta la portata immaginifica delle loro canzoni.
8- Mai abbastanza lodati i giri di basso di Oliver Sim nell’economia dei brani della band.
9- Performance eseguita in solitaria da Romy ci ha ricordato che se ci siamo innamorati degli xx è anche per la sua voce.
10- Ho sempre invidiato chi ha visto gli xx 7 anni fa nella Cavea dell’Auditorium. Ieri durante il concerto non ci ho pensato nemmeno un attimo: l’atmosfera era comunque suggestiva.