In occasione della pubblicazione del terzo, attesissimo volume della serie di compilations “Too Slow To Disco” abbiamo colto l’occasione per intervistare il suo creatore, il tedesco Marcus Liesenfeld aka DJ Supermarkt, tra le altre cose dj e producer dalla fine degli anni 90 fino alla metà dei 2000 a capo della label Bungalow Records e cinquanta per cento dei Le Hammond Inferno. Per sapere esattamente di che genere tratta la serie e scoprire un po’ di retroscena nascosti dietro alla sua realizzazione continuate a leggere quello che ci ha raccontato:
Innanzitutto, se tu dovessi descrivere a chi non ne sà nulla il genere di musica sulla quale si concentra la serie “Too Slow to Disco”, che cosa gli diresti?
La serie si concentra sul sound rilassante e sfarzoso prodotto sulla West Coast statunitense tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli 80 da ex hippies per lo più di razza bianca affiancati da orde di session men in studi di registrazione giganteschi. Un periodo nel quale quella generazione di musicisti arrivò a scoprire il soul ed il jazz. È interessante perché in quelle canzoni composte e suonate cosi certosinamente ci si può sentire la mania di grandezza causata dall’uso di cocaina che si mescola ad un umile e sincero amore per la soul music.
Ci racconteresti come sei arrivato a questo tipo di concept e come hai dato inizio alla serie?
Sono stato dj per lungo tempo e questo tipo di musica è servita come rimedio per combattere il senso di vuoto che uno che fa questo lavoro prova il giorno dopo una notte passata alla consolle, quando il party è finito. Una vera e propria cura, perché avevo bisogno di suoni caldi per la testa ed il corpo in quelle infinite domeniche del dopo-party. Non avrei mai immaginato che questo sound sarebbe servito a fornirmi una via d’uscita -molto attesa- da quello stile di vita. Una curiosità a margine: so che molti altri dj usano -senza prescrizione medica- le mie compilations per la stessa ragione…
Immagino ci sia un sacco di tempo trascorso alla ricerca di dischi rari dietro al tuo lavoro di compilatore, anche se si tratta di un tipo di ricerca un po’ diverso rispetto al tipico crate-digging che i djs sono soliti fare. Dove trovi questo tipo di dischi?
Ovviamente, per passare cosi tanto tempo alla ricerca di tesori discografici nascosti bisogna aver sviluppato una vera e propria dipendenza musicale. Ho passato tutta la vita tra fiere di dischi usati e mercati delle pulci e proprio lì ho anche scoperto un sacco di dischi del West Coast sound. Anche qui a Berlino. Mi ha sempre attratto l’ingenuità delle loro copertine. Stiamo parlando di musicisti che, poco prima dell’avvento di MTV, sono stati in grado di raggiungere il successo senza puntare su un bell’aspetto fisico od un particolare “stile”.
Oggigiorno il modo per scoprire delle grandi canzoni è andare a cercare in Youtube o attraverso comunità e gruppi di Facebook, oltre naturalmente al Sacro Gral: Discogs! Non si trova nulla su Spotify, per ora…
Ci racconteresti più nel dettaglio come, a partire dalla scelta delle canzoni da includervi, nasce un volume tipo della serie?
Comincio molto semplicemente con il collezionare canzoni in diverse cartelle a cui sono associate svariate idee, a seconda di come mi saltano in mente. In un secondo tempo torno a sentire quello che ho trovato per stabilire quanto buon materiale ci sia e se sia meritevole di essere pubblicato. Dopodiché comincio a fare il detective ed in seguito -fortunatamente- l’etichetta City Slang Records, i miei compagni in questa avventura, si occupano di tutto quello che riguarda il lavoro d’ufficio.
Molti dei diritti di queste canzoni sono detenuti dalle majors, e ti posso dire che una delle tre majors ancora esistenti è perfettamente organizzata e piena di entusiasmo nell’aiutarci a rintracciare questi artisti e le loro registrazioni. Le altre due se ne fregano completamente… Se la casa discografica che dovrebbe detenere i diritti di una certa canzone non è in grado di trovarla nei propri computers, dobbiamo cercare direttamente l’artista che l’ha composta o i suoi parenti per spiegargli il problema, in modo che a loro volta contattino la label in questione. In molti casi questi musicisti si sono quasi dimenticati dei dischi realizzati in quegli anni e di cui siamo alla ricerca, e che in genere non hanno venduto molto bene. Nonostante questo sono di grande aiuto e si dimostrano entusiasti quando ricevono le mie mails o le mie telefonate. Questo dopo che sono riuscito a convincerli che non sono il tipo strambo con cui magari hanno l’impressione di avere a che fare in prima battuta. E questo anche se nel frattempo sono diventati milionari con della musica che hanno composto in anni successivi, il che succede spesso.
È un processo molto lungo ma se alla fine siamo riusciti a scovare il proprietario del brano ed i nastri originali di un artista ormai dimenticato dal tempo, tutta la fatica fatta viene pienamente ripagata.
Ci sono canzoni che avresti voluto includere nella serie ma che, per una ragione o l’altra, non sono state rese disponibili?
Più di quante tu possa pensare. Sto cercando di ottenere certe tracce da quando ho iniziato la serie, alcuni anni fa. Ma la cosa è semplice: se non riesco a rintracciare i musicisti che le hanno firmate, non ci sono versi che le possa includere nelle compilations. Il che è triste.
Ci racconteresti qualcosa di quello che potremmo chiamare lo spin off “The Ladies of Too Slow To Disco “?
Tutto è cominciato da una piccola cartella. Improvvisamente mi sono accorto che molte artiste di quell’epoca hanno contribuito a cambiare per sempre il modo in cui le donne vengono viste all’interno del record business. Componendo personalmente e suonando le canzoni che poi hanno anche interpretato. Inoltre hanno anche combattuto per i propri diritti, aprendo molte porte alle cantanti ed autrici che sono arrivate da li fino ai giorni nostri. Ovviamente si pensa a stelle come Carole King, Rickie Lee Jones and Carly Simon ma, giusto per fare un esempio, Franne Golde è un nome che nessuno conosce eppure è l’autrice di tanti di quei successi di vendita da milioni di copie per altri che non potresti contare su due mani. Oltre ad essere una donna adorabile!
Con il proseguire della serie la ricerca di tesori musicali nascosti ti sta portando sempre più in profondità. Ci puoi raccontare qualcosa a proposito della selezione delle canzoni contenute in questo nuovo terzo volume?
La cosa più grossa è che dopo quattro anni di preghiere e tentativi di persuasione siamo arrivati ad ottenere i diritti di Shakedown Street dei Grateful Dead. La sua inclusione era stata prevista originariamente per il primo volume ma la band sembrava avere altri piani. Ci eravamo perfino convinti che da parte loro ci fosse una vera e propria ostilità verso Too Slow To Disco. In realtà, come si è poi rivelato, hanno voluto solo aspettare che il loro “The Best Of” venisse pubblicato. Da sottolineare anche le canzoni che siamo riusciti a trovare e che verranno ripubblicate per la prima volta dagli anni 70, come nel caso di The Cornelius Bumpus Quartet, Stars’n’Bars o The Markley Band.
Alcuni considerano il soft rock di quell’epoca, anche detto yachtrock, come una specie di “piacere proibito”. Vorrei chiederti, quale è il tuo “piacere proibito” musicale?
C`è una cosa buona dei tempi in cui viviamo: i giovani di oggi apprezzano qualsiasi cosa gli vada ed hanno finalmente smesso di pensare in questi termini. Io comunque non l’ho mai fatto. Ma è sempre bello sapere di non rischiare di venire presi a colpi d’arma da fuoco da parte della “Polizia del buon gusto musicale”, solo per aver menzionato i termini yacht rock, soft rock o Album Oriented Rock.
Come dj quali sono i dischi che non lasciano mai le tue borse, o gli sticks USB?
Le canzoni che la gente richiede di più, alle quali reagisce più positivamente o che ho suonato più spesso sono: un edit di Africa dei Toto intitolato Bless The Rain e realizzato da Late Nite Tuff Guy, tra le cose contemporanee ed influenzate dalla disco Night Moves di Roosvelt, di cui mi piace molto lo stile caldo e pieno di stile. E quando nient`altro funziona c’è sempre il riempi-pista dei Dee Lite Groove Is In The Heart nella versione di The Reflex.
Quali sono più in generale i dischi del 2017 che fin qui hanno attirato la tua attenzione?
I miei dischi preferiti fino ad ora sono:
Poolside- Heat
Thundercat – Drunk
Sampha – Process
The XX – I see you
Betrand Burgalat – Les choses qu’on ne peut dire à personne
Mac DeMarco – This Old Dog
Nightlands – I Can Feel the Night Around Me
FKJ – French Kiwi Juice
Bilderbuch – Magic Lif