Le premesse ed il “dietro le quinte” di questo “Hip Mobility”, firmato da Mikael Jorgensen dei Wilco in collaborazione con lo storico dell´arte e musicista Merle Thomas, vengono ben raccontate all´interno di un libretto che ne accompagna l´uscita ma valgono la pena di essere riassunte brevemente. Prendendo spunto ed ispirazione da materiale d´archivio raccolto dalla NASA a testimonianza delle imprese compiute durante la cosiddetta “Era Spaziale” e più nello specifico da campioni audio relativi alle missioni che in quegli anni hanno avuto luogo, il duo ne compone una sorta di curiosa ed eccentrica colonna sonora immaginaria usando come filo rosso tra la prima e l´ultima traccia il cosiddetto Quindar, il particolare suono usato per iniziare e concludere le trasmissioni radio tra una parte e l´altra dello Spazio e che da il nome all´intero progetto. Il grosso dell´album è costituito da un volo di fantasia musicale che in alcuni momenti risulta solo tangenziale all´ispirazione originaria, evocando piuttosto atmosfere musicali sospese tra nostalgici riferimenti agli anni 60 e 70, folk e pop. La strumentazione elettronica usata per questi brani è in parte fedele all´epoca in questione e garantisce al tutto un sapore retrò che è punto di forza del progetto. Trattandosi comunque di strumentisti e compositori di livello superiore all´opera, l´aspetto più strettamente musicale non viene comunque sacrificato, a tratti richiamando alla memoria gli Air più spaziali od una ipotetica versione più 60s, pop e funky dei BoC.