Avevamo lasciato Ghemon tre anni fa in mezzo alle ORCHIdee, beato e in pace con il passato con le mani immerse nel pop più spensierato e leggero.
Tuttavia, non sempre le favole hanno un lieto fine e il discrimine è quasi sempre l’amore avuto e poi perduto.
Mezzanotte è un disco ricco di suoni, fertile di strumenti che ci riportano alle vere radici del rap e dell’hip-hop prima ancora che essi nascessero.
Funk, soul, jazz sono le fonti da cui Ghemon e i suoi collaboratori hanno di certo bevuto per comporre le basi di questo nuovo album.
Tanti i rimandi a James Brown e alle sue grida esorcizzanti, come a volersi liberare da un male oscuro e interno con degli urli liberatori.
Dalle primissime note di Impossibile si può intuire il carattere di questo lavoro: aggressivo, potente e di certo non più beato. La struttura, sebbene studiata e ottimamente prodotta, risulta slegata e libera dall’intelaiatura tipica del pop. La voce allo stesso modo non è prevedibile e muta di pari passo con il tappeto jazz che la accoglie con bassi densi e rhodes dolci (Bellissimo, Magia Nera).
La poetica del disco è quella epica -sempre cara a Ghemon- dell’eroe ferito che tramite un percorso di autoanalisi, tramite diversi farmaci (nell’etimologia di questo termine ambivalente c’è sì la cura ma anche il veleno) medica da sé le lesioni, impara dai propri errori e che si autoproclama buono (Cose Che Non Ho Saputo Dire).
La donna è un altro tema fondamentale del disco: a volte un’attrice che conduce una vita di falsità, a volte una predatrice con le sembianze di una pantera, altre volte un’amica, altre volte una consolazione dai mali del mondo (Siero Buono) e ancora una domina che detiene il potere nelle sue mani e che si prende gioco del cavaliere innamorato.
Proprio come il sole di mezzanotte questo disco è una luce nel buio assoluto provocato dall’abbandono. Un percorso che trasforma l’energia negativa in energia positiva. Proprio come in un romanzo di formazione, Dopo La Medicina il disco termina in un’elegia simile ad un flusso di coscienza che ci ricorda Gilmar e la sua Splende In Eterno, solo con molta più sicurezza e meno malinconia. Kintsugi (una pratica giapponese che prevede la riparazione dei cocci di ceramica con l’oro) dimostra che le ferite, se riparate con qualcosa di prezioso, diventano parte integrante di una nuova, irripetibile e unica personalità che le percosse hanno rotto ma anche arricchito.
Mezzanotte sarà disponibile da venerdì 22 settembre in tutti gli store digitali e in cd e vinile per Macro Beats.
Il primo singolo, Un Temporale, è disponibile su Spotify.