Leader dei Girls, solista e adesso parte di una nuova band, i Curls.
Christopher Owens rappresenta per molti versi uno dei simboli dell’indie rock nato in America, portandosi dietro quel bagaglio musicale molto vicino al songwriting.
Un immaginario che sembra tornare anche in Vante, il primo EP dei Curls in arrivo il 7 novembre per Urban Scandal Records.
Nell’attesa abbiamo scambiato qualche mail con Chris, Luke e Cody per parlare di San Francisco, della band e di scene musicali che svaniscono.
Iniziamo con una domanda facile. Chris, ricordo che collezionavi le prime edizioni dei libri di Harry Potter. Lo fai ancora? Luke e Cody, collezionate qualcosa di insolito?
Chris: Lo facevo, ma non ne ho più bisogno. Hanno smesso di uscire tanto tempo fa.
Luke: I pedali per chitarra non sono così insoliti, ma cerco di averne sempre di più. Proprio ieri ho preso un chorus analogico!
Cody: Quarti di dollaro molto antichi. Mia zia me ne diede uno quando ero piccolo perché aveva un batterista su uno dei lati, da quel momento ho iniziato a prenderli ogni volta che li trovavo in giro.
Bene, raccontatemi qualcosa sulla band. Come vi siete conosciuti?
Chris: Ho conosciuto Cody quando l’ho ingaggiato per suonare la batteria nel mio album, Chrissybaby Forever. Da lì siamo rimasti in contatto e un anno dopo ci siamo ritrovati a lavorare insieme a quello che sarebbe diventato “Vante”. Quando ho detto a Cody di voler mettere insieme una band per suonare ad uno show ad Oakland, mi ha raccomandato Luke, con cui suonava in una band surf folk di San Francisco, i City Tribe. Ci siamo trovati talmente bene da decidere di diventare una band.
La vostra pagina Facebook dice che i Curls sono nati il 5 dicembre del 2016, che avete fatto nell’ultimo anno?
Abbiamo semplicemente fatto le nostre vite. Luke si è sposato ed è andato in luna di miele. Abbiamo finito di registrare e mixare l’EP, abbiamo scritto delle nuove canzoni ed abbiamo provato per un festival. Cody ha anche registrato con altre band ed ha fatto un paio di tour con i Geographer. Chris ha iniziato un nuovo lavoro, mentre Luke ha prodotto qualche singolo per delle altre band.
San Francisco ha avuto un ruolo di rilievo nella nascita della band?
Chris: Penso sia essenziale che i membri di una band stiano tutti nella stessa città per poter suonare insieme quando non registri o suoni dal vivo. Volevo un gruppo che potesse lavorare insieme nell’accezione più classica della band.
Christopher, ascoltando Vante ho notato che il tipo di scrittura dei pezzi è rimasto fedele a tutti tuoi lavori precedenti. Dal 2007 ad oggi hai cambiato il modo di scrivere la musica?
Chris: Per niente. È sempre stato naturale e mai forzata, spero che possa rimanere sempre così.
https://soundcloud.com/urbanscandalrecords/emotion?in=urbanscandalrecords/sets/curls-ep/s-yYhBO
https://soundcloud.com/urbanscandalrecords/emotion?in=urbanscandalrecords/sets/curls-ep/s-yYhBO
Parliamo del vostro account Twitter: perché il vostro sito ufficiale è un fan club degli Everly Brothers? Cosa vi lega alla band?
Chris: Ancora non abbiamo un vero sito, così invece di scrivere ‘Scusateci, non abbiamo un sito’ abbiamo pensato di metterci qualcosa di carino. Nonostante non sia il nostro sito, dice comunque qualcosa su di noi.
Se leggi le interviste ai Rolling Stones, ad Elvis, ai Beatles o a Buddy Holly, tutti volevano essere gli Everly Brothers. Nella musica rock tendiamo a pensare che tutti quelli che ho citato prima sono stati i primi, ma gli Everly sono arrivati davvero prima di qualsiasi cosa. Sono stati i primi a cantare la musica country senza sembrare degli zoticoni, ma piuttosto come fosse del rock and roll ancora prima che questo esistesse e nonostante loro si vedessero come dei cantanti country. Grazie a loro il rock and roll si è sviluppato come un mix tra il country e l’R&B e quando Ray Charles cantava pezzi country come “Georgia” e Elvis cantava le canzoni di Little Richard, quello era rock and roll.
Gli Everly Brothers cantavano la loro roba country in una chiave pop molto prima che chiunque altro ci avesse pensato. Se leggi l’autobiografia di Bob Dylan capisci quando fosse ossessionato dagli Everly Brothers. Tutti volevano essere come loro, e adesso sono solo due tizi di cui tutti si sono dimenticati. Se qualcuno si ricorda di loro, è solo per le litigate. Sono dei fottuti geni e suonano meglio di tutti, di chiunque. Quando i membri di una stessa famiglia cantano insieme sono inarrivabili, si conoscono da tutta la vita. I Beach Boys, gli Hanson… suonano tutti in modo così ricco!
Curls formed today, December 5th 2016. Follow us, as we find out who we are
— Curls (@CurlsTheBand) December 5, 2016
Chris, l’idea di formare una band è nata dopo aver iniziato a registrare con Luke e Cody. In Lysandre e a New Testament c’erano alcuni arrangiamenti abbastanza complessi che coinvolgevano anche sette strumenti nella stessa traccia, mentre in Vante convivono diversi stili provenienti dai Girls e dal resto della tua produzione solista. Hai dovuto trovare un compromesso tra la tua idea di musica e la realtà della band? Luke e Cody. come avete lavorato ai pezzi?
Chris: Album è stato fatto da tre persone, Broken Dreams Club da cinque. Nel mio ultimo disco ero da solo, con Cody che ha registrato le batterie in un giorno. Avere delle grandi band nei dischi precedenti è stato solamente un lusso concessomi dall’etichetta, non era necessario per creare la musica. Ovviamente avere una band più piccola ti da modo di concentrarti meglio sulle parti individuali.
Luke: Io ho registrato le mie parti di basso nel mio studio a casa. Non è molto eccitante, lo so.
https://soundcloud.com/urbanscandalrecords/emotion
Nella mia testa Lust for Life rappresenta un punto preciso nell’indie americano, e anche il video è il ritratto di un lato preciso di quella cultura che viveva intorno a quel tipo di musica. Dopo tutto questo tempo cosa è cambiato? Tanto dal vostro punto di vista quanto da quello generale.
Chris: I motivi per cui faccio musica non sono cambiati. Ricordo che era davvero strano vedere il video di Lust for Life mandato a ripetizione nei negozi di Urban Outfitters, come se fosse parte del loro brand. Pensavamo di essere degli outsider, dei folli, e poi ci siamo ritrovati in mezzo a quelli che non sopportavamo. È stato interessante da vedere.
Anzi, è stato abbastanza uno schifo. Non rappresentava davvero la nostra musica, era semplicemente un video che Aaron Brown aveva fatto per noi. Pur essendo un quadro abbastanza reale della nostra scena e del nostro gruppo di amicizie, aveva un significato prettamente estetico. La maggior parte di quelle persone se ne sono andate da qui, San Francisco non ha più quel tipo di scena e di amici che ci orbitano intorno. Forse siamo invecchiati e l’eccitazione è svanita, ma non significa che smetteremo di suonare. Sai, mi sembra che molte band realizzano che la loro cerchia di amicizie è cresciuta ed è andata avanti con la vita quando tornano a casa dopo una vita in tour, finendo per ritrovarsi disconnessi da tutto. È qualcosa che mi è successo, ed è davvero deprimente. Ho scritto “Just a Song” pensando a questo. Il giorno del mio compleanno, completamente solo e depresso. A voi il video di Lust for Life può sembrare figo, ma per me è diverso… c’è chi si è trasferito, chi si è rivelato uno stronzo, ed anni dopo tutto quell’immaginario che vedi lì non ha più significato. È passato, ma la cosa buona è che non ti fermi. Ami la musica, per questo continui ad andare avanti. Anche quando hai perso tutto, continui a farlo, inizia a diventare ancora più importante.
Quali sono i vostri piani dopo Vante? Andrete in tour o inizierete a lavorare su un album?
Ci sarà sicuramente un LP. Vogliamo venire in Italia e suonare in ogni città riprendendo tutto in 8mm.
Testo di Francesco Martino.