Hot dreams, Timber timbre
Solitamente, quando andiamo a Roma, con Robi, andiamo sempre a trovare degli amici fantastici. Cristiano, che è capace di ingozzarci di musica come si farciscono i panini quando hai la fame chimica, e Francesco, che insieme a Cristiano non ci fa mai mancare di musica, di serate memorabili e di farci stare bene.
Una delle volte che eravamo a dormire da Francesco, in una delle nostre settimane romane, credo dopo il quinto pacco di patatine al lime e pepe rosa, eravamo distesi sul tappeto e Fra disse “vi metto un disco.” Prese un vinile con una copertina molto bella e dopo pochi secondi che guardavamo fissi il tetto partì “Beat the drum slowly”, la prima traccia.
Mi venne un tuffo al cuore. Non avevo le orecchie così appese a una voce che non mi ricordo quando l’ultima volta. Quell’uomo che parlava dalle casse dello stereo di Francesco, aveva qualcosa da dirci e ci chiamò tutti al silenzio. Fu lì che veramente arrivò la notte anche in quella stanza, su quel tappeto. Abbiamo chiuso gli occhi e non per dormire.