A sufi and a killer, Gonjasufi
Se ho una fortuna, è quella di ascoltare tanti generi e sentirmeli vicini. Se ho una sfortuna forse è quella che mi piacerebbe farli tutti. E quando ascolto una voce distorta in un certo modo o una batteria distrutta che mi toccano la bocca dello stomaco, mi prendo di invidia e mi metto lì a martellare i sintetizzatori fino a quando non mi sento soddisfatto di me. Quando accade questa reazione psicochimica, il 98% delle volte non tiro fuori niente. Tutto poi viene fuori sempre da una gestazione che mi abita il cuore e il cervello, di cui a volte sento solo la nausea. Quando un amico, un giorno, sentendo un mio brano mi disse: “eppure robe del genere mi ricordano lontanamente queste cose qui.” Rimasi ad ascoltare quasi tutto il disco tutto d’un fiato per due motivi: 1. pensavo ma chi è sto pazzo? 2. ma che cazzo c’entra col mio brano? Poi capii cosa voleva dire. Lui è Gonjasufi uno yogin dj mezzo afro-americano e mezzo messicano scoperto dalla Warp dopo una collaborazione con Flying Lotus. E ringrazio il mio amico per il complimento.