Sirens, Nicolas Jaar
Nicolas Jaar mi faceva veramente antipatia. Non sopportavo neanche il nome, un po’ come John Talabot che ancora oggi mi risulta orticante nonostante le sue capacità.
Jaar mi è arrivato addosso come un treno con i tre Nymphs.
Il primo Nymphs mi ha preso per i capelli e mi ha detto “fermati! Ascolta.”
Abitavo in campagna e stavo scrivendo per uno spettacolo di danza. Contestualmente stavo registrando (sempre in campagna) le robe nuove del secondo LP degli Omosumo e mi stavo approcciando alla produzione del disco, insieme a Roberto. La mia auto, durante i miei saliscendi a Palermo, ha suonato Nymphs per non so quanti giorni. Sempre e solo quelli. Attaccato al pelo dei suoni. Questi tre EP hanno veramente aggiunto un’altra visione alla mia e mi hanno fatto pensare un altro approccio alla drum machine.
Poi è uscito Sirens.
Jaar non fa parte dei cloni delle kalimba o delle campanelle che suonano da due anni a questa parte. È autentico e ha una ricerca personale.