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Fondata quasi una decina di anni fa dai primi movers della scena dei re-edits Yam Who? con il nome di Ism per poi diventare meglio conosciuta come Midnight Riot, l’etichetta di cui ci occupiamo in questa nuova puntata della nostra serie di Label Profiles non avrebbe bisogno di presentazioni, se siete appassionati di Disco, Boogie ed House, si intende.
In tutti questi anni di incessanti releases, i londinesi si sono avvalsi della collaborazione dei principali nomi che ruotano intorno a questi generi, da Ron Basejam ad ELi Escobar, da Joey Negro ad Hot Toddy, da Severino di Horse Meat Disco ad, in tempi più recenti, Amp Fiddler.
Per poter dare una metaforica occhiata a quello che si muove dietro alle quinte abbiamo pensato di raggiungere uno dei fondatori, il dj e produttore Andy Williams, per porgli qualche domanda riguardo ad il passato ed al presente della label.
Per cominciare vorrei chiederti qualcosa riguardo agli inizi di Ism/Midnight Riot e come sei arrivato a fondare la label?
Ism è stata la mia prima etichetta, l’ho fondata nel 2009, come naturale evoluzione di quello che stavo facendo, avendo visto quello che stavano facendo altri ed avendo imparato da loro. Da quella prima esperienza e proseguendo sullo stesso concetto è nata Midnight Riot, un’entità più definita. Midnight Riot ha una più diretta aderenza con il suono delle strade di Londra. È stata fondata all’inizio del 2012, subito dopo le rivolte che sono avvenute qui, e da queste vengono il nome e l’attitudine.
Ci puoi rivelare quali sono state, finora, le uscite di maggior successo dell’etichetta?
Le nostre compilations sono state tutte dei veri successi, probabilmente grazie alla qualità della musica che contengono.
Se tu dovessi scegliere le uscite più significative della label, quali nomineresti?
La gran parte della musica che pubblichiamo meriterebbe di venire nominata. Ad essere sincero, mettiamo cuore ed anima in ogni nostra uscita.
A proposito di compilations, la tua etichetta ne ha pubblicate alcune dedicate alla disco music di sapore più esotico, prodotte in Giappone, Brasile o nel continente africano. Come arrivate a raccogliere brani da quel tipo particolare di repertorio?
Midnight Riot è stato fin dall’inizio un brand dal respiro globale per cui si tratta solo di chiedersi “Dove vogliamo andare a cercare questa volta?”.
In un certo senso è il risultato di una vita dedicata a questo lavoro, non certo qualcosa a cui si arriva per caso. La ricerca di materiale da pubblicare fatta a livello globale è un estensione di questo, alimentata inoltre dalla curiosità di vedere quanto più lontano si può arrivare. Una volta stabilito un concetto intorno al quale imperniare il tutto si tratta di seguire quello che dice il cuore e mettere a fuoco il progetto.
Cosa ci puoi raccontare riguardo all’album di Amp Fiddler “Motor City Booty”, che avete pubblicato quest’anno. Ad esempio, come siete arrivati a collaborare con questo leggendario musicista?
Nei primi anni 2000 avevamo lo stesso manager, già da allora e per tutto questo tempo ho avuto il presentimento che avremmo fatto qualcosa assieme prima o poi. Ad un certo punto, dopo tanti anni, siamo entrati in contatto definitivamente. Come tanti altri, ho sempre un sacco di idee che non arrivano ad una realizzazione concreta, ma quando posso cerco di portale a compimento. Nel caso di “Motor City Booty”, la cosa mi ha reso ancora più orgoglioso perché tutti i musicisti di Detroit hanno un qualcosa di magico che portano con se, e quel disco si può già considerare un classico del suo genere.
Parlando della parte che concerne il settore A&R del tuo lavoro, cosa cerchi e dove cerchi quando si tratta di trovare nuovi talenti o brani da pubblicare sulla tua etichetta?
Decisamente le fonti sono molte e le più disparate. Da persone che lavorano per me, ed in questo la scena di Londra è cruciale- poi Internet. I contatti personali portano di solito ad ottenere risultati istantanei. Probabilmente aiuta anche il fatto di essere una persona alla quale molti rappresentanti di questa industria si rivolgono, questo succede solo quando si è arrivati ad un certo punto della propria carriera. Grazie al nostro successo ed alla nostra instancabilità possiamo annoverarci tra quelle label che grazie alla loro fama ricevono un alto volume di demos. Ma come succede a volte, certe idee si presentano in maniera spontanea, come se cadessero dal cielo.
La tua opinione sulla scena disco nel 2017
Si, il genere cresce di anno in anno e ci possiamo vantare di essere tra le principali labels di questa scena. Ripeto, è importante che l’attenzione sia rivolta verso l’artista ed in particolare verso la canzone, sulla sua longevità, particolarmente difficile da raggiungere nell’era digitale.
Come ascoltatore, quali sono i dischi o le canzoni che ti piacciono di più al momento o che ti hanno più entusiasmato durante questo anno?
Ci sono quantità enormi di musica underground ma la mia ossessione è sempre stata quella della musica che conserva la sua credibilità pur avendo un potenziale di successo più ampio. Ad esempio il singolo dei New Horse Meat Disco con Amy Douglas e l’uscita di Sophie Lloyd e Dames Brown su Classic.
Ci puoi rivelare cosa bolle in pentola per il 2018?
La compilation Roller Boogie Volume 3 su Midnight Riot
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