Nel 2016 usciva C O M E T, il primo EP di L I M: un disco introspettivo, il primo con cui Sofia ha iniziato a costruirsi una propria estetica, slegata dagli Iori’s Eyes.
Con l’uscita di Higher Living, quell’identità che prima era eterea, timida, quasi impalpabile, si fa ora incredibilmente decisa, compatta, monolitica.
Abbiamo colto l’occasione dell’uscita di quest’ultimo album per fare una chiacchierata con Sofia e ripercorrere, come al primo giorno dell’elementari, tutte le lettere dell’alfabeto.
A come Anna Magni.
Raccontaci dell’artwork del disco e della collaborazione con la graphic designer.
Anna è una Amica prima di tutto, oltre a una grafica e Art speciale.
E’ da Comet EP che lavoriamo assieme alla “veste grafica” di L I M e tutto parte da delle grandissime e lunghissime chiacchiere che ci facciamo prima di far uscire i contenuti. Io le racconto il succo, l’anima, il senso delle cose che faccio man mano che escono e lei le capisce, le elabora fino a che si arriva al fatidico “Eccola”.
Tutto questo flusso ovviamente intervallato da una miriade di feedback e references che ci piace scambiare durante tutto il tempo.
B come Bonobo.
Com’è stato aprire un suo concerto?
Bello, Bellissimo.
Ero molto emozionata di suonare prima di lui all’Auditorium a Roma, mi tremavano un po’ le gambe, ma poi è stato tutto super: il live, il pubblico e l’atmosfera che si era creata.
BA, in provincia di Bari, a Locorotondo è stato poi il secondo live in cui l’ho accompagnato ed è stato super emozionante anche quello, suonare nella notte all’aperto sotto le stelle che illuminavano la masseria e carichissimo e sempre attento pubblico pugliese.
C come C O M E T.
Cosa è cambiato rispetto all’EP di debutto?
La Coscienza.
Man mano che passa il tempo sto prendendo coscienza di questo progetto, L I M, che è iniziato quasi per gioco. “Comet” voleva essere il titolo di una EP cometa, che passa per non tornare più lasciando la sua scia e andando a scomparire nello spazio infinito.
Sono felice di dire che a due anni di distanza invece si è rivelato solo l’inizio di un percorso che prende forma man mano che lo percorro, stando ben attenta a non infilarmi in situazioni e ambiti per i quali alla fine non ho interesse.
Continuerò con L I M finché ci Crederò.
D come Dischi.
Quali sono quelli che ascolta L I M
Drin drin, la domanda delle domande, ogni volta rispondo qualcosa di diverso perché i miei ascolti non stanno mai quieti.
Ho appena comprato un disco che l’altro giorno mi ha fatto piangere, “Otis Blue” di Otis Redding. Mi ha fatto sentire tremendamente romantica, un po’ disperata ok, ma romantica.
E come Era.
In quali anni ti sarebbe piaciuto nascere?
Eh non saprei, diciamo che l’era che stiamo vivendo è per certi versi molto avanti, per altri un ritorno a ideologie che hanno anticipato l’arrivo delle guerre del secolo passato. In quel periodo si erano sviluppati tra i movimenti artistici e musicali più interessanti sicuramente, ma tutto questo mentre la guerra scorreva nella vita quotidiana. Non capisco se siamo nel buio e nel caos di quell’era o se l’umanità darà segno di una evoluzione, invece di un ciclico periodo di depressione seguito da una guerra e una successiva rinascita sociale ed economica.
F come Festival.
Uno su tutti al quale vorresti partecipare come artista.
Il Primavera Sound. E chi non vorrebbe :)
G come Gastrite.
Chi o cosa te la provoca.
Grrrr, io soffro di gastrite da sempre.
Cioè ora che ho imparato a curarmi va un po’ meglio ma comunque rimane una costante nella mia vita. Somatizzo tutto nello stomaco, forse anche perché sono una mangiona, ma di solito i sentimenti a provocarmela sono rabbia, ansia e tristezza. Succede sempre quando non tiro fuori le parole e la lascio tutte a sobbollire nel mio povero stomachino.
H come Higher Living.
Higher and Higher, come palloncini all’elio. Come il momento in cui sono voluta andare più in alto per isolarmi dal rumore, per dare un’occhiata a quella realtà che ti schiaccia, ti piega, ti colpisce dritto in faccia.
Raccogliersi un attimo, fare un bel respirone, una tazza di tisana, buttare fuori e ricominciare a vedere le cose con calma. Con una mente cambiata.
I come Inizio.
Com’ è iniziato tutto?
I, esattamente con una “I” come “inizio”, come “Io”.
Stavo cercando il mio nome, poi era troppo poco e Ten Walls ci aveva già pensato (IIIIIIIIII).
Volevo però che il mio nome fosse quasi un segno grafico, un idioma giapponese, minimal, magro. E poi per fortuna è arrivato “less is more”, L I M, solo tre lettere per farci stare quel pensiero che mi porto dietro da sempre. Grazie Miess Van Der Rohe <3
J come James Blake.
Sto dando per scontato che ti piaccia. Ti è mai capitato di vederlo dal vivo?
James Blake è uno dei miei artisti preferiti da sempre, anche se il suo album “The Colour In Anything” non è che proprio mi abbia fatto cadere giù dalla sedia come invece aveva sempre fatto.
La prima volta che lo vidi era forse il suo primo concerto a Milano, e in Italia, ai magazzini nel 2011. Mi ha rapita totalmente, uno show musicale incredibile, come i musicisti che James porta con sé. Per non parlare della sua voce, ancora mi ricordo quel bis in cui aveva finito solo piano e voce in tutta la sua giovinezza e freschezza, dopo aver esordito dicendo di essere contento per essersi appena laureato. Un genio, sin dai primi esordi per la R&S Records.
K come Kitsch.
Cosa lo è per te in musica?
Il Festival di Sanremo? :)
L come Leggere.
Cosa leggi?
Manuali, tutorial, articoli, ricette, lettere, chat, post, sarebbe stato bello poter dire “Libri”, ma alla fine non è vero. Ci vuole molta pazienza, forza interiore, non è una questione di tempo, ma di contrasto con il flusso continuo e costante in cui siamo immersi grazie a una realtà “social” sempre più invasiva. Ormai potersi leggere un buon libro senza distrazioni o interruzioni e’ un miracolo.
Sarà per questo che stiamo ricadendo nel Medioevo? Forse, forse stiamo perdendo la nostra capacità di guardare le cose un po’ più da lontano, isolarci, guardare in maniera più analitica, facendo riferimento a una letteratura che racconta del nostro presente come di qualcosa che è già successo.
M come Mattina.
Qual è la prima cosa che fai appena sveglia?
Lotto per riuscire a svegliarmi aha. Sogno un sacco e il passaggio tra i sogni e l’essere vigile è ogni giorno una scommessa. E’ sempre stato cosi, sono l’opposto di quelle persone che non riescono a dormire più di cinque ore. Un po’ mi dispiace, un po’ no. Vorrei potervi allegare una GIF a riguardo.
La prima cosa che faccio dopo aver aperto gli occhi di solito è guardare il cell stando nel letto. Vorrei essere più cool ma è così che va. Sveglia e mail, chat, instagram, facebook, c’è sempre qualcuno che si sveglia prima di me o era ancora sveglio mentre io già dormivo, a ciclo continuo quel telefono si illumina. Come credo sia ormai per chiunque. La mattina ancora a stanza buia mi affaccio da sdraiata su un nuovo giorno.
N come Nascita.
Come nascono i tuoi brani? Parlaci un po’ del processo creativo.
La musica per me è il mezzo per esprimere quel sentimento e quella dimensione che attraverso le parole non riesco a comunicare.
L’inizio sono quasi sempre delle piccole bozze, pochi elementi: delle note vocali, dei rumori, delle melodie, dei suoni.
Tutte sostanze diverse che raccolgo durante le prove, per strada mentre cammino, in casa, in mezzo alla natura, mentre sto ferma o mentre mi muovo.
Così arrivo ad avere un magma, dal quale quasi sempre sento di dover togliere tutto ciò che è in più per arrivare a lasciare solo gli elementi essenziali che ne definiscono l’identità. Canto e aggiungo tutte le parole e voci che hanno finalmente spazio per aver senso.
Durante questo processo faccio sentire queste bozze a RIVA, gliele mando e da li poi lui fa il suo percorso. Me lo fa sentire e tra un feedback e l’altro arriviamo alla fine. La fine per non dire quanto sia importante mix e master per un pezzo. Un lavoro che per ora ha sempre fatto Giovanni Ferliga, che è davvero dedito al suo lavoro e ha una sensibilità e attenzione del tutto particolare rispetto alla “materia sonora”.
O come Onirico.
Ce l’hai un sogno ricorrente?
Ovviamente sì, ne ho una serie, ma non posso raccontarteli.
Forse li posso raccontare a un mio amico, alla mia fidanzata, al mio psicologo se ce l’avessi. O in una canzone ;)
P come Porto sicuro.
Qual è il tuo?
La mia gatta, lo so che è un gatto ma le voglio veramente bene.
Mi tranquillizza e mi fa sorridere sempre. E’ tanto buffa.
E poi sembra strano dirlo ma il mio porto sicuro è proprio la musica, di solito nelle situazioni più disperate è stata proprio lei a tirarmi fuori.
Q come Qualità.
C’è della musica in Italia che, secondo te, merita una certa attenzione?
Sì, e anche tanta direi. A me piace tanto il lavoro che fanno artisti come Petit Singe, RIVA nei suoi mille progetti, Alice Bisi, i Ninos Du Brasil, Populous, Myss Keta, Yakamoto Kotzuga e tanti altri.
Mi sembra che tutti stiano facendo il lavoro più onesto possibile con se stessi e la loro musica, che stiano tirando fuori davvero il meglio che possono dare.
Rushing Guy: chi è?
E’ un simbolo, sono io, sei tu, sono tutte le persone che corrono, prese dall’ansia di questi tempi superficiali e stupidi. Che ti fanno dimenticare il tempo e il valore che ha, come lo si spende, lo si butta dimenticando che siamo qui una volta sola e le cose importanti non saranno li per sempre, che è importante “guardarle”, incontrarle, sentirle finché ci sono.
S come Sofia Gallotti.
Cosa faresti se non fossi L I M?
Bella domanda, forse non sarei Sofia Gallotti. Forse mi piacerebbero comunque i fiori e le piante e avrei un negozio per venderle.
T come un verbo che ti piace.
Trasformare.
U come Unacosachetirendefelice.
Unapartitaacalcioconlemieamiche, unviaggio, unabuonacena, unbelconcerto, unbelfilm, unbelbacio…
V come Voto.
Non quello alla Madonna e neppure quello di castità.
Il voto che ti dai da 1 a 10 per questo disco.
5 e 10, solo perché ci sono giorni in cui lo amo e giorni in cui lo odio.
WOW!
L’ultima volta che l’hai esclamato vedendo il live di qualcuno.
Wow è stata la voce e l’elegante arrangiamento di Moses Sumney dal vivo a Linecheck Festival.
X come X-men.
Ce l’hai un supereroe?
Non è uno solo, lo penso spesso di certe persone quando danno il loro meglio, quando si trasformano da umani a supereroi.
Se no ti dovrei dire tutti quelli dei film Marvel e dc comics, non me ne perdo uno ahah, quanto mi sta simpatico Hulk.
Y come YSK.
Raccontaci di questo brano.
YSK è il mantra che racchiude un po’ quella amarezza di quando le persone non capiscono, di quando sono io a non capire, di quando pensavi che avessero capito e invece ti accorgi che no non era cosi.
Z come ?
Le prime cinque cose che ti vengono in mente con la lettera Z.
Zorro, Zarro, Zinco, Zoff, Zircone.