The Children EP di HÅN è uscito lo scorso novembre ed oltre a 4 tracce inedite contiene anche 4 remix realizzati da Klune, DayKoda, Kharfi /Greg Haway e A Safe Shelter.
Noi crediamo che sia arrivato il momento di recuperarlo e di scoprire qualcosa in più sui quattro brani inediti.
Così abbiamo chiesto a questa giovane artista italiana di raccontarci il suo EP traccia per traccia, immagine per immagine.
Intro
La prima traccia dell’EP è un intro suddiviso in 3 fasi: parte con cori e batterie in crescendo, si ferma di colpo lasciando spazio alla voce e infine evolve in una strumentale piuttosto carica, dove ripeto “I’m tired of talking, nights keep changing my days“. Per questo ho scelto “Le tre età della donna” di Klimt.
The Children
The Children parla di crescita e cambiamento, di come sia necessario lasciare il proprio nido. Arriva un momento in cui ti accorgi che sei effettivamente “cresciuto” e ciò che puoi fare è sfruttare al meglio questo cambiamento. Però sono una persona molto nostalgica e quindi a volte mi rattrista questa cosa del crescere, del “lasciare”.
The Children è entrambi questi sentimenti.
1986
1986 è riassunta in “Why are you still there if there’s no one to please you?“. Alcuni legami sono molto forti e si fatica a distaccarsi anche quando sono evidenti delle insoddisfazioni, che è naturale che ci siano. La frase è provocatoria ed è rivolta sia a me stessa che all’interlocutore. Questa è una foto da una performance di Marina Abramović con il suo amante Ulay, è stata una relazione molto intensa durata 12 anni. Penso possa descrivere perfettamente l’intenzione del pezzo.
Hands
Hands è una canzone d’amore che parla del rapporto parole/azioni. Il suono usato da rim l’ho registrato tempo fa in camera mia con delle penne e in produzione l’abbiamo lasciato così. Invece Michele, il ragazzo che mi accompagna nei live, ha aggiunto una chitarra che rende benissimo l’effetto “sospeso” del pezzo.