Seguiamo Broke One praticamente da sempre e vogliamo che anche voi gli prestiate l’attenzione che merita.
Ieri è uscito il suo nuovo EP, Something To Believe In, che contiene due brani originali di Broke One e i loro remix a cura di Latence e Strip Steve.
Fatevi un viaggio ascoltando qui sotto ora che siete in ufficio, che poi per quando viaggiate in macchina ci pensa Broke One a consigliarvi il disco giusto.
Ok, partiamo dal presupposto che non ho né automobile, né patente di guida. Vi starete chiedendo per quale motivo una persona sprovvista di tali mezzi dovrebbe scrivere a proposito di “dischi perfetti mentre si sta alla guida”.
E in effetti avete ragione, ma in ogni caso l’immaginazione mi ha sempre portato a pensare che “Everyone Is a Door” di Panoram sia appunto perfetto da ascoltare in viaggio, su una decappottabile, possibilmente al tramonto, sfrecciando sull’asfalto caldo di un lungomare deserto.
Magari quello stesso lungomare dove passavi le estati quando eri ragazzino…
L’album poi non è particolarmente lungo, infatti è compresso in una mezz’ora dove però si riescono a recepire più emozioni che in uscite dal minutaggio più generoso.
È difficile riuscire a descriverlo traccia per traccia, anche perché siamo davanti a dei momenti con strutture non convenzionali, più che canzoni, ma ci proverò ugualmente.
Si parte dall’eterea Serenity Cosmos che con i suoi pad, le sue distorsioni e quel lead pungente mette subito in chiaro su quali suoni stiamo per imbatterci nel corso del viaggio. Awake Walk, che è anche la mia preferita, è funk che proviene da un altro pianeta: le melodie calde, gli echi di voci a distanza imprecisata ci fanno sentire come se fossimo su una strada infinita, senza una meta ben precisa.
Navelintdor fa da ponte verso Alone in Hawaii, che già dal titolo mi fa capire che forse l’immaginario che avevo in testa è lo stesso che aveva Panoram durante la realizzazione dell’album.
I ritmi sciamanici sincopati di Harmony Study portano dritti a Foxana dove c’è sempre il funk a fare da padrone con quel lead che non si capisce bene se è una chitarra o un sintetizzatore passato da chissà quali macchine per riuscire ad avere quel suono graffiante. A metà brano si sfocia in un momento chill dove riusciamo anche a goderci una leggera pioggia in sottofondo, ma è solo di passaggio quindi non azioniamo
nemmeno i tergicristalli.
Le atmosfere lo-fi di A Replica of Yourself mi fanno tornare in mente i giorni in cui la musica in macchina la si ascoltava da cassette comprate al supermercato, rovinate dal calore del sole e dalle decine di registrazioni una sopra l’altra.
La malinconia del pianoforte di 1212121212 ci porta a The Pacific Command dove il funk torna a farsi sentire, anche se in maniera più minimale: pad che spianano la strada, basso slap e un battito di mani che ci aiuta a mantenere il ritmo.
Tolula Lake View arriva di sorpresa, come quando dopo ore di strada tutta uguale facciamo una curva e ci troviamo davanti ad una vista pazzesca da ammirare dopo aver accostato. Ci troviamo poi persi in Tiny Little Faces, un po’ confusi se quello che abbiamo appena visto sia reale oppure no.
Giunti al termine del viaggio, Bad Request procede con un beat che va al rovescio, come se volesse farci ripercorrere il percorso ancora una volta, cercando di farci capire dov’è che abbiamo sbagliato strada.
Forse “Everyone Is a Door” sarà una scelta insolita, ma di sicuro è un disco che saprà farvi viaggiare, anche stando fermi.