How About U è un brano tratto dall’ultimo album di Godblesscomputers, Solchi: ha il feat. di Davide Shorty ed è una traccia dalla fortissima eleganza nu soul.
Qui puoi ascoltare in esclusiva una live session realizzata al FONOPRINT Studio di Bologna e scoprire qualcosa in più sulla traccia con un’intervista doppia a Lorenzo e Davide.
In una precedente chiacchierata Lorenzo ci aveva detto: “Il disco ha tanti momenti e tante storie”. Qual è quella raccontata in How About U?
LORENZO: La strumentale di How About You l’ho scritta durante le registrazioni del mio disco. Inizialmente era solamente un loop quando l’ho passata a Davide. Dopo il primo privino di voce ho iniziato a costruire l’arrangiamento in studio, anche grazie alle chitarre e al basso di Giulio Abatangelo, mio fedele collaboratore e compagno di tour.
DAVIDE: “How about you?” ovvero “Tu come stai, come ci vivi con questa cosa?”. La canzone é una lettera alla gente, un invito ad unirsi, ad essere curiosi di conoscersi e di crescere insieme, uno spunto di riflessione sulla stupidità dell’odio e su quanto ci renda deboli. Dovremmo essere capaci di difenderci informandoci nella lotta per un bene comune. Forse é il primo brano “politico” che abbia mai scritto, avevo un intenso bisogno di tirar fuori quella rabbia che la situazione del periodo aveva scatenato in me. La scrittura in questo é sempre terapeutica, ma la vittoria é creare uno stimolo in qualcuno di esterno, quando la visione diventa condivisa si vibra sulle stesse frequenze e quella é la vera magia delle arti.
Com’è nata l’idea del brano?
LORENZO: Il testo è stato scritto da Davide poco dopo la votazione in Inghilterra per la Brexit. E’ strano come senza conoscersi bene ai tempi mi sono trovato molto allineato con il suo punto di vista. Ci siamo conosciuti meglio nei mesi successivi e devo dire che ho scoperto una persona super, con un’energia davvero invidiabile.
DAVIDE: Lorenzo mi aveva mandato la strumentale qualche giorno prima che il polverone della “brexit” si alzasse. Il giorno dopo la votazione ero di ritorno a Londra da un viaggio e l’atmosfera era davvero tesissima. I versi parlano di come il potere avveleni la mente, del dissenso delle persone colpite da quell’odio. Tornando a casa in autobus ho assistito ad un becero episodio di xenofobia, in cui una signora esprimeva ad un’altra il suo entusiasmo nel vedere “these immigrants going back to their own countries”, come se da un giorno all’altro, nonostante Londra fosse una città simbolo della multiculturalità, fosse diventato lecito e legittimo esprimere questo odio così ignorante ed immotivato. Arrivato a casa ho messo su la strumentale e qualche ora dopo avevo già mandato il provino a Lore.
E la vostra collaborazione?
LORENZO: Nella maniera più classica possibile: ho scritto a Davide, dicendogli che apprezzavo molto il suo lavoro e che mi sarebbe piaciuto collaborare con lui. Mi ha risposto entusiasta lo stesso giorno: ‘Facciamolo bro’!
DAVIDE: La nostra collaborazione é nata grazie al fatto che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare l’uno la musica dell’altro. Era inevitabile. É stato grazie a Macro Marco che ci ha messo in contatto, ma prima ancora avevamo partecipato entrambi ad “In The Loft” dei Funk Shui Project, senza riuscirci ad incontrare all’inizio, ma quantomeno scoprendo i nostri lavori. In un modo o in un altro sono sicuro che le nostre strade si sarebbero incrociate visto l’affinità sia umana che artistica.
É sempre una sorpresa quando la musica riesce a creare legami così profondi dal nulla.
Tre aggettivi per descrivervi a vicenda.
LORENZO: Spontaneo, stiloso, profondo
DAVIDE: Tre sono pochi, ma ci proviamo.
Onirico nei suoni, istintivo nell’approccio alla musica e veramente rispettoso come persona. Insomma il collaboratore ideale.