Gli Yombe fanno sempre più strada e, dopo esser stati ospiti di Bertallot e Cattelan, adesso hanno in serbo un bel po’ di novità.
Intanto che le aspettiamo, Cyen ci consiglia il disco giusto da ascoltare in macchina.
Mentre Alfredo monta il video del nostro prossimo singolo “My Veins are Roads” io faccio a tutti voi un grande favore consigliandovi e raccontandovi il disco perfetto quando si deve guidare per lunghi tratti.
La vita di un musicista prevede molte ore di macchina durante i tour, ed una bella scorta di cd o un abbonamento Spotify Family sono praticamente obbligatori.
Essendo io nata nel ’91 sono ancora molto legata al formato CD, adoro avere tra le mani il libretto con su i testi che normalmente leggo come fosse un libro vero e proprio.
A tal proposito il disco che in assoluto ho ascoltato (e letto) di più quest’anno è “Channel Orange” di Frank Ocean.
Premetto che il motivo per cui lo scorso anno sono andata al Primavera Sound era lui, quindi sono ancora molto incazzata con Frank. Tuttavia, Frank è a mio modestissimo parere l’unico artista contemporaneo capace di reggere il confronto con Stevie Wonder sia da un punto di vista lirico che musicale.
Quindi mi sbilancio ulteriormente e vi dico che “Channel Orange” è per me un po’ il nuovo “Innervision”, anche se molto più ironico, visionario e deprimente.
Diciamo che è un disco che mentre viaggi in macchina ti fa andare ancora più lontano con la testa.
Si inizia con una canzone d’amore tristissima come “Thinkin Bout You”, poi si passa a pezzi che ti parlano di fama, cocaina e denaro (Super Rich Kids), di paranoie che ti tengono intrappolato nella tua piscina e quindi ti fanno cantare “so why see the world if you got the Beach?” (Sweet Life), di religione (Bad Religion), di Forrest Gump (è totalmente fuori di testa, per questo lo amo), di flussi di coscienza incontrollabili che ti fanno pensare agli alieni e poi alla donna per cui non sarai mai abbastanza (Pink Matter), insomma, questo è un disco che riesce a farti cantare un pezzo che parla di suicidio senza ammorbarti con melodie tristissime e beat malinconici.
Per non parlare degli arrangiamenti che bilanciano alla perfezione con la loro leggerezza ironica la pesantezza dei testi autodistruttivi di Frank.
Quindi concludo.
Amici di DLSO, Channel Orange è un disco senza tempo, e credo che proprio come mi succede adesso con un qualunque disco del buon Stevie, continuerò ad ascoltarlo in macchina mentre accompagnerò i miei figli a scuola tra vent’anni.