Murmure di Carlot-ta esce venerdì 13 aprile in formato fisico, ma è già disponibile in digitale e – senza troppi giri di parole – è un disco ambizioso e coraggioso.
Composto interamente con uno strumento analogico e antico come l’organo a canne, l’album della cantautrice e pianista di Vercelli è una commistione speciale e azzeccata di sonorità arcaiche, folk intimo e malinconiche contaminazioni elettroniche, in cui il passato e il presente si mischiano senza soluzione di continuità.
Dieci brani in inglese e uno in francese per un’opera che non a caso sarà presentata con un tour nelle chiese (la prima data si è svolta lo scorso 6 aprile al Tempio Valdese di Torino).
Murmure non è solo un disco affascinante e sorprendente nella sua parte musicale, ma ha anche un apparato lirico profondo e ricco di riferimenti.
Proprio per questo, abbiamo chiesto a Carlot-ta di scegliere un’opera letteraria per ogni brano dell’album.
Virgin of the Noise
R. Murray Schafer – Il paesaggio sonoro (1977)
Il titolo di questo brano si riferisce al nome di una chiesa di montagna, la Madonna del Rumore, un luogo che esiste veramente e che si trova in Valsesia. Qual è il rumore in questione? Quello di due torrenti che si scontrano in un canyon roccioso, su cui è stato costruito questo piccolo santuario. Il paesaggio sonoro è il libro in cui, negli anni ’70, viene teorizzato il concetto di soundscape. Uno studio poetico e illuminante su come suona il mondo, al di là della musica.
Sparrow
Giovanni Pascoli – X agosto (1896)
Questa canzone parla dei ricordi, che si accumulano come immagini. I miei sono quasi tutti legati alla pioggia. I primi sono quelli dei pomeriggi che trascorrevo nella casa di mia nonna, da bambina. Mia nonna era maestra elementare e X agosto è una delle poesie che amava recitare di più. Sparrow parla anche un po’ di questo: le rondini di Pascoli, la casa della nonna, la pioggia fuori dalla finestra e un passero sul tetto con un verme dentro al becco.
Garden of Love
William Blake – Songs of Experience (1794)
In questo caso il gioco dell’abbinamento letterario era semplice. Il testo di Garden of Love è una poesia di William Blake, tratta dalle Songs of Experience. Come altre poesie di questa raccolta, il tema è quello di uno spirito puro e innocente alle prese con i dogmi e le dottrine. Il simbolo di questo scontro è qui un giardino dell’Eden che diventa un cimitero, dando vita a uno scenario gotico inglese piuttosto tipico.
Le Songs of Experience vendettero all’epoca 20 copie, dato che mi fa sentire ancora più affine e vicina al poeta.
Conjunctions
Elizabeth Tasker – The planet factory: Exoplanets and the Search for a Second Earth (2017)
Quando ero bambina ero molto affascinata dall’astronomia. Poi ho smesso. Ma prima o poi vorrei imparare qualcosa in merito. Questa canzone dall’andamento di una danza medievale, parla di due poli apparentemente distanti, che prima o poi troveranno una congiunzione di qualche sorta, forse nel 2854, l’anno in cui tutti pianeti, pare, saranno di nuovo allineati. Oppure potrebbero andare a cercare un rispecchiamento in un universo parallelo, dove forse, come raccontato in questo simpatico volume, troveranno un pianeta extrasolare del tutto identico a loro.
Sputnik 5
Philip K. Dick – Tempo fuor di sesto (1958)
Temp fuor di sesto è uno dei miei romanzi preferiti. Tutta la narrazione si svolge alla fine degli anni ‘90 (che no, non sono simili a come sono veramente stati), ma il protagonista del libro è un uomo cui viene fatto credere di vivere ancora nell’America degli anni ’50, il luogo e il tempo della sua infanzia. Il motivo non ve lo svelo.
Sputnik 5 è una canzone che parla di quotidianità e fantascienza. Un viaggio interstellare dalle risaie vercellesi allo spazio, agli abissi marini e ritorno.
Samba Macabre
Charles Baudelaire – Danza macabra (1857)
Questa samba di amore e morte è la danza voodo di una mantide religiosa che seduce, pietrifica e uccide. Nella poesia di Baudelaire a impersonificare la morte è invece uno scheletro inebriante, che trascina gli sprovveduti ballerini in un rave dalle contorsioni mortali.
La valse du conifère
Tiziano Fratus – Manuale del perfetto cercatore d’alberi (2013)
Ho conosciuto Tiziano Fratus qualche anno fa a un reading sul lago d’Orta. È un autore che scrive di alberi, li cerca, li trova, li racconta. Questo valzer della conifera ha per protagonista un albero solitario sulle Alpi Marittime. Forse in questo caso è stato lui a trovare me, durante un lungo trekking ad alta quota.
Minstrel
Paul Valery – L’insinuant (1922)
Minstrel è una canzone sul dire il vero e il dire il falso. Come fa il poeta, in questi versi di Paul Valery, che ci rivela che il piano diabolico nascosto tra i meandri delle sue bugie non è quello di farci del male, ma di fare aspettare la parola più dolce.
Curiosità: avevo utilizzato questa poesia di Paul Valery in un altro brano, che è contenuto nel mio precedente album Songs of Mountain Stream. Quindi siamo di fronte alla più vanesia delle “autocit.”
Churches
Edgar Lee Masters – Antologia di Spoon River (1915)
L’antologia di Spoon River non ha certo bisogno di presentazioni. Ho sempre amato la dimensione del paese, rispetto a quella della città di provincia in cui sono nata e cresciuta. In questa canzone volevo raccontare la vita di un villaggio, una sorta di Spoon River post-moderna, in cui ci sono tre ragazzi, tre donne anziane, tre cavalli, tre chiese. Tutti sembrano distanti, ma forse ogni tanto è ancora possibile trovare un luogo e un momento in cui sentirsi parte di una comunità.
Glaciers
Dino Buzzati – Bàrnabo delle montagne (1933)
Dino Buzzati è uno dei miei autori preferiti. Questa canzone, che sembra la storia di un amore non corrisposto ma in realtà racconta dell’inospitalità della montagna, mi fa pensare a Barnabo, solo, sulle Alpi che tanto ama. Ad aspettare qualcuno che forse non arriverà.
To the lighthouse
Virginia Woolf – Al faro (1927)
Questa canzone ha lo stesso titolo del celebre romanzo di Virginia Woolf, che molto ho amato, e si ispira agli stessi paesaggi. Forse in comune non hanno molto altro, se non una nostalgia drammatica e un faro tra le brughiere cui approdare.