Segnalibri è una nuova rubrica di DLSO in cui gli scrittori presentano i loro libri con una playlist Spotify ad hoc. Cominciamo con Giorgio Biferali, autore de L’amore a vent’anni (Tunué).
Ho sempre creduto nell’importanza della musica, nei libri, nei film e nella vita in generale. Ne L’amore a vent’anni, oltre alle scene e alle immagini che scorrono una dopo l’altra con un tono leggero, come in una sinfonia, almeno così l’ho immaginata io, ho pensato di accompagnare le vite dei personaggi, le loro storie, con alcune canzoni. Come per il resto delle cose che ci sono nel romanzo, si oscilla tra il passato e il presente, tra i classici e la musica indie/pop dei nostri tempi. C’è Stromae, che con un brano dedicato al padre (e ai padri, forse) accompagna il primo appuntamento dei due protagonisti, Giulio e Silvia, mentre sono seduti nella metro di Roma, nel tratto tra Lepanto e Flaminio, e si dividono le cuffiette. I Beatles, quasi un brano su richiesta da parte del padre di Giulio, mentre sono in macchina e vanno a fare colazione insieme. I Tre Allegri Ragazzi Morti, l’immagine di Giulio e Silvia stretti a un concerto dove tutti conoscono le parole, tutti cantano, a parte loro. Devendra Banhart, che Giulio ascolta per caso insieme a una libraia di Trastevere, che per poco non lo fa innamorare di nuovo. È una musica dolce, in fondo, che aiuta a costruire i ricordi, a metterli a fuoco, fermando il tempo.
Giorgio Biferali ha pubblicato i saggi A Roma con Nanni Moretti (Bompiani 2015, con Paolo Di Paolo) e Italo Calvino. Lo scoiattolo della penna (La nuova frontiera 2017). L’amore a vent’anni è il suo primo romanzo.
Giulio e Silvia abitano nella stessa strada, ma si conoscono in facoltà. Lui, cresciuto con due fratelli e genitori che stanno insieme da sempre, vive nel ricordo di amori infantili fatti di sguardi fugaci e imbarazzi; lei, figlia unica e costretta a vivere con una madre che non sopporta, ha varie storie tormentate alle spalle e si sente ormai incapace di legarsi a qualcuno. Sullo sfondo di una Roma umorale e capricciosa, l’incontro con Silvia trascinerà Giulio in un amore simile a un’altalena, dalla quale sarebbe bene scendere, a meno di voler scoprire il più inaspettato e beffardo dei segreti.