Un’uscita discografica che potremmo definire di genere questa firmata dallo statunitense Goldmund, all’anagrafe Keith Kenniff. Il pianista e compositore si rifà a ad artisti come Ryuichi Sakamoto e Hauschka ed all’estetica della cosiddetta musica neo-classica. Nell’arco di una decina d’anni il musicista ha comunque sviluppato un linguaggio personale e l’album “Occasus” ne è la dimostrazione. Qui l’elettronica ha un ruolo secondario, i synths e gli effetti servono solo a sottolineare la purezza del suono del pianoforte e la contemplativa bellezza delle composizioni di Kenniff. Un’altalena di emozioni viene messa in scena, con la minacciosa atmosfera di No Story o quella emozionale e quietamente anthemica di Migration a fare da contraltare alle più sognanti Before e Radiant o alla sommessa ed obliqua Breaking.