Chi ha iniziato le frequentazioni nel genere elettronico negli anni 90 si ricorderà di Mark Van Hoen grazie alle sue produzioni con il nome d´arte di Locust, in buona parte pubblicate su label Apollo/R&S. Da lì in avanti una infinità di collaborazioni – con Seefeel e Mojave 3 tra le altre – e progetti artistici di vario genere. Parallelamente si sono anche susseguiti ad intervalli più o meno regolari alcuni convincenti album pubblicati a proprio nome dei quali Invisible Threads è il convincente ultimo arrivato. Ispirato dal contatto diretto avuto con altri artisti appartenenti alla label britannica Touch, per la quale questo album arriva sul mercato, nonché dalle ulteriori collaborazioni avute nel corso degli ultimi anni, non ultima quella con Mike Harding nel progetto drøne, ed ancora dalla letteratura Edgar Allen Poe: è così che Van Hoen è arrivato alla realizzazione di questo incantevole album. C’è molta drone music dentro mentre la lunare e sospesa The Yes_No Game sottolinea la vicinanza che il londinese ha avuto con le frange più sperimentali del genere shoegaze, Opposite Day e Aether sono invece pura beatitudine ambient. Ascolto straconsigliato.