A tre anni di distanza dal suo album d’esordio “Like a Pack of Hounds” ritorna il belga Marc Jacobs, in arte Praire. Come nel suo precedente disco, in questo “After the Flash Flood” – rilasciato dalla attivissima e consistente label Denovali – Praire mescola stimoli letterari e visioni cinematiche per rappresentare un possibile, distopico futuro. Infatti, se “Like a Pack of Hounds” faceva diretto riferimento alla narrativa di Cormac McCarthy, in questo panorama post apocalittico da lui descritto in musica non si possono non riconoscere gli scenari da incubo descritti nell’agghiacciante romanzo “The Road”. Jacobs è bravissimo nel accostare elementi acustici, elettronici ed elettrici, presi a prestito da certo metal e noise rock, per dare vita ad un ciclo di brani che fungono da funesta profezia per l’eco-sistema globale e di conseguenza, per il genere umano tutto. Il senso di catastrofe imminente viene sottolineato da titoli quali A Permanent War Economy, Elephants Will Rise Again, Hard Water:Cracked Ice, mentre Hayashi Clock ci ricorda che le lancette dell’orologio si muovono inesorabilmente in avanti verso un futuro incerto e pieno di preoccupanti incognite.