Oggi vi presentiamo in anteprima il video di Tempesta, nuovo singolo di Gigante che apre le porte alla nuova produzione dell’artista pugliese, dopo l’esordio con Himalaya di inizio 2018 e a distanza di un anno esatto dal primo singolo Guerra che proprio DLSO aveva lanciato.
Per questo motivo, abbiamo deciso di farvi guardare il nuovo video accompagnato da un botta&risposta con Gigante, a suggello di questi primi 365 giorni della sua creatura musicale.
Un anno fa presentavamo il tuo primo video, Guerra. Cosa è cambiato nella tua vita in questi 365 giorni?
Sono cambiate un sacco di cose e quella più importante è che la famiglia si sia allargata, ogni tanto ci penso, è davvero strano tutto questo, e’ cominciato tutto per gioco dalla mia camera da letto con l’ukulele, da solo, volevo provare a scrivere canzoni in italiano, raccontando storie che avevo letto o ascoltato, un po’ come quando si scrive una canzone per un cartone animato o per un film, cosa che non avevo mai fatto prima e oggi mi ritrovo ad essere parte di una squadra. Credo anche che il tour del progetto Gigante sia stato uno dei più belli che io abbia fatto da quando suono, ho avuto il piacere di esibirmi in molti festival importanti in Italia, tra cui il Mi Ami Festival e ho conosciuto tante belle persone e penso che sia la cosa più importante in tutto questo.
Rispetto al tuo disco d’esordio, Tempesta vede un uso più massiccio dei synth, rispetto all’ukulele che aveva fortemente connotato i tuoi brani precedenti. Come mai questa scelta?
Penso che per un progetto sia giusto cambiare un po’ le scelte e gusti musicali, se Himalaya partiva dal folk e finiva all’ elettronica ora le cose si sono invertite, c’è l’elettronica e poi il folk. In questo momento le cose sono queste, magari tra qualche mese o tra qualche anno cambieranno. Chi lo sa.
Tempesta ha una linea di basso molto importante, molto new-wave, che guida tutto lo sviluppo del pezzo. È stata la prima parte che hai scritto per la canzone oppure è arrivata successivamente? Come lavori in fase di scrittura?
Io paragono la scrittura di un pezzo alla preparazione di una pasto, ogni canzone viene cucinata in maniera diversa, si può partire dal testo, dalla melodia vocale, da un giro di basso, dal riff o addirittura dal suono o ritmo del martello che sta utilizzando il tuo vicino di casa per piantare un chiodo al muro e credo che sia così anche in cucina, non ci sono regole fisse per preparare un piatto. Nel caso di Tempesta è partito tutto dal riff e poi ho condito tutto con la parte vocale, il testo e il giro di basso ecc. Ma questo non significa che io ripeta questo schema fisso ogni volta che scrivo.
Nel video, assistiamo alla trasformazione di un uomo: prima appare in giacca e cravatta, poi lo vediamo incappucciato sotto una pioggia battente. Cosa vuole significare?
Il protagonista del video ha una doppia vita, la prima è fatta dalla quotidianità, la seconda è quella di un uomo che cerca di evadere dalla monotonia e lo fa non leggendo, giocando a calcio o stando insieme agli amici ma collezionando fulmini.
Quanto è importante per te l’aspetto estetico del tuo progetto?
È importante ma non troppo, nel senso che è giusto che un progetto abbia un aspetto estetico ben curato ma se si esagera la musica poi diventa una cosa secondaria. Ed è una scelta delle priorità che in ambito artistico non mi rappresenta. Comunque sia, così come nella musica, l’immagine deve avere qualcosa che caratterizzi quel progetto.
Cosa ci dobbiamo aspettare dai tuoi prossimi brani?
Purtroppo ho un brutto difetto, cambio sempre idea sulle cose che faccio quindi sarei curioso anche io di saperlo.