Lo scorso venerdì è uscito per Wonderwheel Com Amigos, un EP di quattro remix di brani tratti dall’ultimo album di Populous, Azulejos.
Ad aprire le danze è El Buho che fa pulsare di sapori orientali il brano Alala, poi c’è il produttore ungherese Stas che carica Voz Serena di vibrazioni raffinate. Infine Corrado Bucci torna a farci muovere il sedere con il remix samba-trap del brano Racatin e Lorenzo BITW fa volare su un tappeto di synth e percussioni la traccia Caparica.
Ora che hai ascoltato tutte le tracce è giusto che tu approfondisca un po’ la cosa, conoscendo meglio almeno uno dei protagonisti di questi remix.
A farlo ci pensa zio Popy (in arte Populous) che ti presenta Corrado Bucci in questa croccante intervista.
Quando qualche anno fa ho scoperto Corrado Bucci ricordo di aver esclamato qualcosa tipo: “E questo da dove diavolo salta fuori?? È davvero italiano?!?!”.
Così mi sono documentato, ho ascoltato le sue produzioni ed ho scoperto un ragazzo veramente in gamba, capace di sbattersene dei trend del momento, autore di una musica dance di classe, sempre sospesa fra astrazioni jazz e quella pacca tipica da dancefloor. Ho scoperto che Corrado è di Brescia e che aveva alle spalle produzioni su label giganti come Verve, Compost, BBE, Rebirth, Local Talk e, last but not least, Wonderwheel (siamo dunque anche compagni d’etichetta).
Eppure, c’è qualcosa che non torna: ancora troppe poche persone (promoter, a&r dei festival, colleghi musicisti e giornalisti) ne parlano come dovrebbero.
La risposta la trovate in quest’intervista, dove provo a farvi conoscere meglio Corrado, partendo proprio dall’ultimo step: il suo strepitoso remix samba-trap di “Racatin”.
Popy: Da produttore e da dj sono un tuo grande estimatore. Però mi sono sempre chiesto una cosa: come mai, secondo te, il tuo nome è molto più conosciuto all’estero che in Italia? Quant’è svantaggioso non proporre qualcosa di accomodante? (Quando dico “accomodante” non intendo solo l’indie-pop cantato in italiano, ma anche generi di musica elettronica più masticati dal popolo italiota, come la techno ad esempio).
Corrado: Grazie Andrea, di cuore! Stima reciproca. Ho investito sin dall’inizio della mia carriera musicale puntando a far accrescere il mio nome soprattuto all’estero. Non tanto per il desiderio di solcare palchi con i miei djset in America o in Asia; è un discorso riferito alla proposta musicale più vasta e oso dire di “larghe vedute”. L’Italia da italiano mi piace moltissimo ma ho sempre avuto difficoltà ad esprimermi al meglio, spero in futuro possa avere occasioni migliori. Altro motivo è sicuramente legato al mio non essere un ottimo PR di me stesso. Passo moltissimo tempo in studio a lavorare sui progetti e a costruire DjSet speciali e ricercati. Coordinare le due cose sarebbe come avere un secondo lavoro a tempo pieno. In riferimento alla seconda domanda credo che proporre qualcosa di meno accomodante nasconda un velo di coraggio: forse non ripaga nell’immediato ma a lungo termine con impegno e un pizzico di fortuna può procurare sicuramente piccole/grandi soddisfazioni. Vedila così: non lo trovo svantaggioso, è una questione di scelte. Una volta fatta la tua, prosegui in quella direzione senza soffermarti sui “ma” o “però”.
Popy: Ogni volta che qualcuno mi fa la domanda: “Com’è vivere a Lecce?” mi gira il cazzo perché mi fa sentire come uno che vive in Lapponia. A questo punto sento di dover farla io a te la domanda sfigata e ti chiedo dunque com’è vivere a Brescia? Segue altra domanda che odio ricevere: hai mai pensato di trasferirti da qualche parte?
Corrado: Adoro la mia piccola Brescia! Come ogni città provinciale ha i suoi pro e i suoi contro. Amo la natura, da qui posso raggiungere in pochi minuti le colline/montagne, oppure il Lago di Garda/Lago D’Iseo, fare una passeggiata in un bosco ed ammirare stupendi panorami! La Leonessa d’Italia per quanto concerne eventi e movimenti culturali si muove, forse un po’ troppo lentamente ma si muove. Le proposte musicali non sono molte e tendenzialmente ‘Mainstream’ ma non nascondo che sono tutte ben curate. Sinceramente ci ho pensato a trasferirmi altrove, ma sono troppo legato a questa terra per lasciarla. Ogni volta che torno da un viaggio tiro un sospiro di sollievo, come a dire “Casa Dolce Casa”.
Popy: Anche tu come me sbadigli ogni volta che leggi discussioni sull’analogico e il digitale?
Corrado: (Sbadiglio) è riduttivo… Ahaha! Mi estraneo completamente dal contesto.
Personalmente reputo che la musica sia musica indipendentemente dai mezzi con la quale viene fatta. Il sound analogico è più caldo, il sound digitale è più freddo… Forse sì, forse no!?!? Uno dei miei pilastri su cui baso la composizione è dare libero sfogo alla creatività, l’IDEA è la cosa più importante! Trasmettere qualcosa, emozionare le persone, indipendentemente da un genere o da un altro. Lo stesso discorso riguarda l’eterna diatriba tra DJ/USB e DJ/VINILE… Non conta il formato o il supporto, conta la traccia!
Popy: Quando dici che l’Idea è la cosa più importante mi viene subito da pensare ai concept album. Qualcosa che abbraccia la musica dall’esterno, inglobandola di fatto in qualcosa di più grande e complesso. Quando è importante tutto l’aspetto extra-musicale? Foto, Cover, video etc.
Corrado: L’aspetto extra musicale, soprattutto al giorno d’oggi, ha davvero un’elevata importanza. Per quanto mi riguarda personalmente l’aspetto che più mi piace curare è quello della cover. Non nascondo che durante la mia adolescenza ho acquistato qualche disco solo perché mi colpiva la copertina, senza neanche conoscere il gruppo musicale o artista! Per esempio il tuo ultimo lavoro su Wonderwheel Recordings lo definisco come hai detto in precedenza un concept album, davvero un capolavoro di grafica con dei video stupendi ad accompagnare musica altrettanto bella. Per fare un altro esempio vedi i diversi lavori di Simon Green aka Bonobo. Penso che ogni album, EP, singolo debba rappresentare al meglio quello che un produttore vive in quel determinato momento. Il lato estetico musicale è per chi riesce a coglierlo un “VIP Pass” per il Backstage della mente e dell’anima dell’artista.
Popy: Io ad esempio non sono mai riuscito a delegare nessuno che possa occuparsi di tutto l’aspetto extra-musicale. Un po per mancanza di soldi e un po perché forse non ho mai trovato la persona giusta. A volte penso che, semmai lo trovassi, finirei per litigarci al terzo giorno. Tu ti sentiresti tranquillo nel delegare tutto a terze persone?
Corrado: Non potrei mai delegare tutto a terze persone. Diciamo che mi piace comunque supervisionare un eventuale lavoro che affido ad un collaboratore. Non per mancanza di fiducia, mi piace vedere le persone esprimersi e vedere come interpretano una mia idea, vaglio tutto ciò che mi viene proposto, ma essendo il capo di me stesso devo avere comunque l’ultima parola.
Popy: Quando ho ascoltato il tuo remix di “Racatin” mi sono esaltato perché ho subito pensato ad un produttore che negli ultimi tempi m’è sembrato la “cosa” nuova: Sango. Lui viene dal Brasile e mischia baile, soul, trap, house. Tutto iper gommoso, tutto super avvolgente. Questo remix preannuncia qualche tuo cambio futuro?
Corrado: Ti confesso che prima di “Racatin” non avrei mai pensato di realizzare un vero e proprio remix in chiave Baile/Trap! E’ stato tutto molto naturale e diretto.
Nessuna difficoltà, nessuna frustrazione, è stato proprio divertente. Sango piace molto anche a me! Swindle mi gusta molto per menzionarne un altro.
Questo Remix preannuncia un cambio futuro, ma (spero di non deludere nessuno) non sarà una svolta Trap (LOL)! A gennaio del 2019 uscirà un mio nuovo EP su Rebirth Records dal nome ‘Pylon’. Una rinascita. Non vedo l’ora di condividerlo con tutti voi!
Popy: cosa si deve aspettare la gente da un tuo djset?
Corrado: Bella domanda! Come dissi a DJMAG c’è sempre una domanda ostica alla quale fatico a rispondere… Ed è questa! Porto in giro con me un Hard Disk e qualche altra chiavetta dove ho su tutta la musica che mi piace suonare, non decido mai prima cosa suonare quindi ogni volta è una sorpresa. A volte lo è anche per me! Non nascondo che 10 minuti prima dell’inizio magari decido la prima ma il resto viene da sé. Dipende poi molto dal pubblico che ho di fronte, se c’è una forte connessione li prendo e li carico tutti sul mio aereo e via che partiamo insieme per un bel viaggio! Posso suonare di tutto, senza freni, produrre un genere non per forza deve comportare suonare in serata solo quel genere. Suvvia apriamoci un po’ e non limitiamoci!