Un nuovo astro si accende in quella galassia brillante chiamata Early Sounds Recordings (Nu Guinea, Napoli Segreta). Si tratta di Zodyaco, il nuovo progetto di Pellegrino, founder della fortunata etichetta: un concept che si basa sull’idea di “open band”, ossia sul lavoro in studio con vari musicisti affascinati dal sound mediterraneo e dalla tradizione Jazz-Funk, Disco e Fusion sia napoletana che italiana.
Zodyaco si presenta come “un tributo alle stelle e al loro riflesso sul mare”. Per noi è un altro splendido tributo a Napoli e alle sue produzioni a cavallo tra gli anni 70 e 80.
Ma lasciamo che sia lo stesso Pellegrino a spiegarci meglio l’idea nel track by track dopo lo streaming
Zodyaco è un progetto nato nell’estate del 2016 tra una pineta a picco sul mare chiamata “Parco Filosofico” ed il mio studio alle falde del Vesuvio.
L’idea primordiale (sviluppata assieme all’amico Lorenzo Sannino) era quella di riscoprire con l’ausilio di musicisti in gambissima, con i quali avevo già collaborato per il mio album precedente (“Periplo” – EAS011) uscito poco prima, nonché rielaborare e riarrangiare una serie di produzioni dimenticate di jazz-funk italiano dei tardi ’70 e primi ’80, gettando così anche le basi per mettere insieme una “open band” che accompagnasse in maniera stabile sia le mie produzioni che quelle della label più in generale.
Dopo due anni di quelle registrazioni è sopravvissuta solo la title track, che poi ha dato il titolo a questo progetto, costituendone l’immaginario assieme agli altri brani inediti, il tutto ovviamente amalgamato dal costante fil rouge dello scenario “mediterraneo” sapientemente “fotografato” nella copertina sviluppata Riccardo Corda.
Astri & Riflessi
Inizia proprio dove finisce, il canto delle cicale sui pini marittimi ed il lento ma costante scroscio del mare che le accompagna, nel mezzo scivola una traccia intimista, da tramonto, che è un preambolo al gioco di flauto che la chiude volteggiandoci sopra per poi scomparire, come il sole nel mare, all’improvviso.
Zodyaco
E’ una libera reinterpretazione di un brano dei primi ’80 “Zodiaco” appunto.
Le sessioni di registrazione furono piuttosto convulse visto che avevo una febbre da cavallo ed il caldo torrido di Napoli di quei giorni non aiutò a seguire il programma. Il ricordo più nitido che ho è che l’idea fu chiara fin dal principio e cioè non snaturare troppo l’arrangiamento originale per la prima parte del brano, seppur adattandola a quello che avevo in mente, per poi lasciarsi trasportare in una sorta di flusso libero su quella struttura.
Libra Position
Fu scritta ed abbozzata in studio da me assieme al mio amico maltese Rudi Agius alle tastiere qualche settimana prima delle registrazioni di Zodyaco. Tutto nacque da quel riff, per me piuttosto evocativo, che mi balenava nella testa da un po’, assieme trovammo la quadra ed in pratica scrivemmo tutta la stesura della quale ho tenuto tutte le percussioni e drums originali registrate durante quell’afoso pomeriggio.
Genti del Mediterraneo
Quando ho cominciato a registrare le percussioni e le batterie avevo in mente qualcosa di tumultuoso, una specie di colonna sonora per un baccanale, un rituale notturno. Dopo la bozza iniziale la struttura e gli arrangiamenti hanno preso una piega più rock-fusion che è una delle mie influenze. E’ come un flusso libero e senza sovrastrutture.
Libra Position Reprise
E’ la traccia più intima e forse notturna del disco, il tema ha più risalto che nella main version e sopratutto ha uno spessore più profondo, è l’unico pezzo dove ho usato una drum machine (Drum Tracks) e c’è un breve testo cantato ma abbastanza nascosto nel mix, solo i più attenti lo noteranno.