Verme è il nuovo brano dei Gomma, uscito il 16 novembre ad anticipare il loro prossimo album che arriverà a inizio 2019 via V4V-Records.
La traccia è accompagnata da un video diretto da Beatrice Chima che li vede nella loro dimensione ideale: il live nudo, crudo e viscerale.
Abbiamo chiesto a Ilaria di raccontarci meglio la traccia.
Mi fa strano parlare delle mie esperienze personali con distacco, narrandole, le sento lontane da me.
Iniziamo dal principio. Decido di scrivere di qualcosa e di raccontarla solo quando sono abbastanza forte da dirla ad alta voce.
Non penso ci siano forti e deboli, ci sono solo persone, circostanze, luoghi e tempi che accendono come fuoco vivo una scintilla dentro di noi, a volte la spengono fino al gelo.
Verme è la storia, finita, di una relazione, finita, senza rancore. Solo consapevolezza.
Consapevolezza del fatto che ci sono certi rapporti che si dimostrano incredibilmente negativi, invero a causa di una serie di sfortunati eventi tendiamo a pensare, giustificare, ma anche per un motivo molto più semplice, davanti ai nostri occhi ma invisibile: la persona che stiamo frequentando.
Strano sentir parlare di vampiri in ambito relazionale, creature notturne che si cibano del nostro sangue, la nostra linfa vitale.
Eppure non c’è termine più azzeccato a mio avviso.
Non sono mai riuscita a considerarmi forte, nonostante la mia fermezza e imperturbabilità in molteplici occasioni mi abbiano spiazzato, ma non direi neppure di potermi definire debole, sono stata indebolita semmai, da una persona che soffiava continuamente sulla piccola fiamma che provava a rimanere accesa in me.
Gli piaceva farmi sentire mediocre, inadatta, brutta, avevo smesso di disegnare, fantasticare, sognare, mettere abiti colorati, perché non faceva altro che farmi notare quanto per lui fosse sbagliato e incomprensibile.
Ero un oggetto rotto, in un bellissimo castello.
Ho passato tanto tempo a chiedermi cosa mi mantenesse viva, in piedi, in quella situazione, ci sono arrivata tardi, ma ci sono arrivata.
Ero io ad aver costruito quel castello.
Ero io a scegliere ogni giorno di farmi trattare in quel modo.
Ero io che permettevo tutto questo.
E da un giorno all’altro, non mi stava più bene.
Verme l’ho scritta quando mi sono svegliata da questo brutto incubo, all’inizio solo poche parole, poi ha preso forma e vita come ne avesse una propria.
Se siamo vermi, oppure no, possiamo deciderlo solo noi.