Karhys è una cantante e songwriter italo-maltese di cui a breve sentirete parlare.
Non potendovi svelare ancora molto, dovrete accontentarvi di un primo, ma succosissimo assaggio, dal titolo No Problem, che ci riporta immediatamente alle atmosfere rap / R&B degli anni 90. Il brano è prodotto dai Figùra e uscirà ufficialmente domani ma intanto lo ascoltiamo qui sotto in anteprima.
Subito dopo un po’ di domande per scoprire qualcosa in più sul progetto.
Quando è nato No Problem?
KARHYS: Il pezzo è nato da una melodia che Sean non smetteva più di canticchiare. Abbiamo provato a lavorarci per un po’, poi la canzone è finita nel dimenticatoio, fino al momento in cui abbiamo deciso di mandare una bozza a Francesco Alsogood e ad Alessandro Pollio. Grazie a loro siamo riusciti a dare forma al brano, raggiungendo un risultato più che unico.
Cosa c’è stato dietro il processo di creazione e scrittura del brano?
SEAN: Per me ha molto a che fare con quella che è la mia idea sul tipo di sensibilità ed esperienza che io e Carmen condividiamo. Siamo entrambi cresciuti nel Sud Italia con la particolarità di essere figli di un genitore italiano e l’altro invece straniero. È così che ho scritto il brano, riflettendo sulla nostra situazione e in particolar modo sulla nostra sensibilità, non vedendo ciò come uno svantaggio, anzi…
Quali le sue emozioni?
KARHYS: Per me, No Problem è un brano “divertente”. Ha delle sfumature positive ma anche delle allusioni a cose piuttosto tetre. Già il titolo è ironico quanto incoraggiante. È una canzone che cerca di ammettere che in realtà, a volte, ci si comporta in modo infantile. Mentre lavoravamo al brano, continuavamo a parlare di come le persone tendano a chiudersi in loro stesse. Questo ci ha fatto capire lo spreco di tempo che ne comporta e da qui la necessità di dar vita alla canzone.
Di cosa racconta?
SEAN: Il brano parla di non arrendersi a sé stessi perché, come dicevo prima, la propria sensibilità è tutt’altro che uno svantaggio. Certamente, bisogna lavorare sul migliorare noi stessi, in tutti i nostri bellissimi e terribili aspetti. Ecco perché la canzone consiglia di non farsi problemi e, invece, di perdere sé stessi in sé stessi. C’è un incoraggiamento poi a sentirsi propri e a non lasciar spazio a quello che potrebbero dire o pensare gli altri.