La struggle per la fama è proverbialmente dura in una città come New York. Eppure c’è chi, come KOTA The Friend, ha deciso che la notorietà non gli interessa. Le sue priorità, infatti, sono giusto tre: pagare le bollette, mantenere suo figlio KOTA e vivere della sua musica, ed è questo che lo ha portato a sfornare il suo prodotto ad oggi più originale e soprattutto più eloquente sul suo conto.
Stiamo parlando della serie “Lyrics to GO”, frutto dell’unione del suo passato da videomaker con un presente da musicista. Un artista non esattamente improvvisato dunque Avery Jones, classe 1992, che in questa serie ci offre un concentrato sulla sua vita e sul suo stile in pillole da circa un minuto e mezzo. Con un format default di 16 barre, una strumentale e una telecamera fissa, il rapper si racconta attraverso dei visuals dai colori pastello integrati da sottotitoli che aiutano a seguire il flow senza perdere una parola. Ogni inquadratura che incornicia la figura statica di KOTA racconta una storia parallela, raccogliendo angoli di New York e atmosfere estremamente familiari per il rapper nativo di Clinton Hill – Brooklyn.
Il fatto che KOTA sia autore non solo dei suoi testi ma anche dei suoi video ha una storia che affonda le radici nelle sue tasche vuote. Prodigio musicale precoce, da adolescente suonava già tromba, piano, basso e chitarra, eclettismo che gli ha presto permesso di comporre i suoi primi beat e di capire che nella vita non avrebbe potuto fare altro. Durante gli ultimi anni del liceo entra in una rap band, i Nappy Hair, che riusciranno a toccare il cielo con un dito aprendo una gig degli Slum Village alla Knitting Factory di NY, per poi riprecipitare nell’oblio.
KOTA non riesce a campare di musica, così vende tutta la sua strumentazione audio e acquista un kit base per girare i video musicali dei suoi amici. A distanza di qualche anno, fonda la aiP&Chimp Filmworks con Pia Fergus, che poi diventerà la madre di suo figlio, e parallelamente porta avanti il brand di abbigliamento indipendente fltbys (flightboys) che aveva fondato nel lontano 2008. Dopo un tentativo miseramente fallito di farsi finanziare un MPC su gofundme.com, finalmente sono i guadagni della sua attività da videomaker a permettergli di tornare dal suo primo amore. Così nel 2016 si chiude nel suo basement e in totale autonomia produttiva scrive il suo primo EP “Palm Tree Liquor”, accolto molto positivamente da testate come Billboard e XXLMagazine. Nonostante il suo primo album Anything. sia uscito solo nel 2018, KOTA The Friend (il cui nome per inciso deriva da quello di Koda Fratello Orso traslitterato dal giapponese) ha già preannunciato l’uscita di un nuovo lavoro a giugno. Insomma, meglio che ti rimbocchi le maniche e fai fuori subito i primi 24 episodi di “Lyrics to GO” se non vuoi restare indietro sulla tabella di marcia.
Testo di Alessia Sciotto.