Prendi un giorno grigio in cui il sole non vuole entrare dalla tua finestra, se la musica può essere terapia allora basta qualche beat ben scritto, la luce che sprigiona un basso che preme forte su una linea di batteria e qualche accenno di chitarra a rendere meno buia una giornata malinconica.
Il suono di Raffaele Sperati vive di quella capacità unica di saper esprimere emozioni e universi/mondo nel giro di poche battute. Ispirato per sua stessa ammissione da J Dilla e dalla black music, mi stupisce per quella facoltà semplice solo in apparenza di scrivere brani che sono piccolissime perle di vita, sempre piene di speranza. La musica di questo Solace è piena di energie positive, di un’anima che tende alla purezza. Un lavoro che restituisce colori dalle tinte luminose.
Le etichette direbbero soul, jazz, Hip Hop dalle melodie dolci e sinuose, ma la bravura di Raffaele sta nel comporre musica che parla alle nostre emozioni più profonde, scavalcando le etichette che spesso si rivelano superflue per un suono che sa raccontarsi bene da solo. Ogni ascolto alleggerisce da sensazioni sgradevoli, è catartico e splendente. Siamo di fronte a una piacevole scoperta, un lavoro prezioso e pieno d’armonia.
“Mi piacerebbe che l’ascoltatore immaginasse un viaggio in tutta la sua essenza”, ed è di certo un viaggio pieno di bellezza; che regala a occhi e spirito un universo in cui perdersi senza paura.