Più New Normal per tutti (i gusti)
Per molti l’edizione 2019 del Primavera Sound è stata una piccola grande rivoluzione. A colpi di “New Normal”, slogan di quest’annata, il Primavera Sound ha colto lo spirito (musicale) del tempo mescolando nella propria line-up generi diversissimi tra loro. Ecco che vediamo l’urban music di Future accanto all’indie-rock di Mac De Marco, l’elettronica sperimentale di Yves Tumor dialogare col metal più estremo dei Carcass, il reggaeton di J Balvin che dà la mano al folk di Julien Baker, il pop poliedrico di Janelle Monae e dei Dirty Projectors forme avvicinarsi alla trap di JPEGMafia. Senza dimenticare i nostri beniamini da pop da cameretta. Ciliegina sulla torta, la prezzemolina Miley Cyrus.
Lo stesso vale per il NOS Primavera Sound che, seppur in una dimensione più raccolta, ha mantenuto lo stesso concept di New Normal garantendo un’ecletticità di stili che dimostra un coraggio senza pari e una volontà di reinventarsi e di leggere i gusti delle nuove generazioni in modo lucidissimo. Contro tutti gli algoritmi, contro tutti gli stereotipi. Chapeau.
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