CANCELLO
maggio: questa è divertente perché il beat (ride) l’aveva fatto Ste senza di me, a caso, mentre io lavoravo come commesso da mia madre insieme a Ngawa, durante l’estate – abbiamo fatto un mese e mezzo a lavoro in provincia di Viterbo. E mi sembra che proprio l’ultimo giorno prima di scendere Ste mi fece sentire questo beat che a me piaceva un sacco, e allora ho detto “minchia, io ci voglio rappare un botto” però mi sembrava talmente figo che mi serviva del tempo prima di farlo. Quindi l’ho scritto una volta, un pezzo mi piaceva, l’altro no, cancella, riscrivi, registra, cancella, riscrivi… però ero troppo in fissa e volevo farlo bene. Il titolo me l’ha suggerito la mia ragazza che, un giorno di luglio, mi disse, così a caso, che dovevo scrivere un pezzo che si chiamasse “cancello”, io ho detto “boh, sì, si può fare”, anche perché suonava veramente bene come parola. E quindi è andata.
Parlo del mio lavoro da rider in bici che ho fatto da marzo scorso fino a novembre – e non escludo che possa continuare a farlo (ride). È forse la canzone più romantica dell’EP, perché di base è una metafora tra il passaggio da casa mia a un’altra casa o da Roma, metaforicamente, alla grande città di Milano. C’è sempre questa ambivalenza di significati, soprattutto quando parlo in generale, non è mai veramente quello che c’è sulla superficie. Mi faccio troppe pippe mentale, non è normale che possa essere sempre semplice (ride). Però, “metaforico”, ma nemmeno troppo perché mi rendo conto che a livello di scrittura non utilizzo troppe espressioni complicate proprio perché vorrei che i testi arrivassero a tutti, e poi l’ordine delle parole è importante, come dice Dargen D’Amico, vanno utilizzate bene. E, tra l’altro, cerco sempre di mettere dentro un po’ di quello che Ste sta vivendo, quello che sta vivendo Vittoria, la ragazza che ha fatto il video di Montella, tutte queste cose qua… c’è sempre un senso ulteriore, proprio perché non parlo solo di me stesso, anche se ovviamente sono io che ci metto la faccia su carta.