Quello del 9 maggio è ormai il nostro rendez-vous con LIBERATO.
Un appuntamento fisso, sperato, che sta diventando quasi una tradizione.
Così, pochi minuti prima della mezzanotte, lui si è fatto vivo (come nelle migliori previsioni auguranti) pubblicando ben cinque video e, quindi, l’omonimo album di debutto.
I video, tutti diretti dal maestro Francesco Lettieri, vanno a formare una mini-serie dal titolo “Capri Rendez-Vous” in cui si narra l’avventura amorosa tra l’isolano Carmine (Elvis Esposito) e l’attrice francese Marie (Jessica Cressy) nata durante le riprese di un film girato nella meravigliosa Capri, con i suoi iconici faraglioni sullo sfondo.
Nei cinque video che ricostruiscono questa storia d’amore ripercorriamo anche quattro epoche differenti: i primi due, “GUAGLIÒ” e “OI MARÌ”, sono girati in bianco e nero perché ambientati nel 1966, mentre con gli altri tre capitoli facciamo un salto prima nel 1975 (“NUNN’A VOGLIO ‘NCUNTRÀ”) e poi nel 1993 (“TU ME FAJE ASCÌ PAZZ'”), fino ad arrivare ai giorni nostri con il video di “NIENTE” che chiude la serie.
Chiaro è, fin da subito, che stiamo guardando qualcosa di molto diverso rispetto ai precedenti video, tutti più o meno immagine di una Napoli street, sfacciata, popolare e colorita.
Qui, se pure è di una storia d’amore che stiamo parlando, l’intenzione cinematografica è diversa e più alta che nei lavori passati.
Lo spunto a reinventarsi è probabilmente offerto dalla stessa trama del mini-film che, non avendo la solita coppia di protagonisti dei video di LIBERATO (Adam e Demetra) e ambientandosi in un contesto più borghese rispetto ai quartieri di Napoli, ha dovuto cercare nuovi riferimenti e proporre così un’estetica meno “pop” e più “d’autore”.
Mi spiego meglio.
Messa da parte la narrazione dei vicoli, della storia dei due ragazzini, del brand in primo piano, della comunità LGBT, dei motorini e via dicendo, Francesco Lettieri ha scavato nel suo background culturale più prezioso e tirato fuori un film che è la trasposizione italiana e, anzi, napoletana della Nouvelle Vague francese di François Truffaut e Jean-Luc Godard. Questo è vero per i primi due video di “Capri Rendez-Vous”, mentre i successivi tre capitoli raccolgono la lezione sui personaggi e sugli amori impossibili di Xavier Dolan, la nostalgia di certi video di Peppino Di Capri ma anche qualche aspetto meno bello delle soap italiane degli anni ’90 e, infine, la fotografia dedicata all’industria del turismo come ce l’ha insegnata Martin Parr.
Qualcuno di questi riferimenti lo vedremo meglio qui sotto.
Prima, però, lasciatemi dire che questa volta è quasi tutto merito di Francesco Lettieri più che della musica di LIBERATO. E quando dico Francesco Lettieri, intendo l’intero team che ha lavorato alla realizzazione di questo prezioso esperimento cinematografico, dal direttore della fotografia, alla costumista e alle sue assistenti, alla scenografa, alla location manager.
“Capri Rendez-Vous” è una lezione di cinema più che di musica e se è vero che ciascuno dei cinque nuovi brani di LIBERATO ci sta “pittato” addosso e che ascoltando quei testi ci accorgiamo di una innegabile e insostituibile familiarità tra le immagini e le parole, è pur vero che questa volta stiamo tutti a parlare dei video, piuttosto che dei nuovi singoli pubblicati da LIBERATO. E questo da un lato ci spiace un po’.
Ma è giusto il tempo di ascoltarli un altro paio di volte e ci ritroveremo a cantarli a loop fino al prossimo nove maggio.
Ora, però, è il momento di scoprire un po’ di citazioni al mondo del cinema, della musica e della fotografia, contenute in “Capri Rendez-Vous”
(Francesco, correggici se sbagliamo)