Il Club To Club ha annunciato nuovi nomi per la prossima edizione e stiamo già scalpitando. Dopo James Blake, si aggiungono alla line-up del festival torinese anche i Chromatics, Flume, Slowthai, Nu Guinea e molti altri. Le date da segnare sul calendario sono dal 30 ottobre al 3 novembre: è vero, mancano ancora un bel po’ di mesi, ma non è mai troppo presto per iniziare a caricare le molle dell’entusiasmo.
Come primo antipasto, ecco un assaggio di alcune artiste che si esibiranno sui palchi del Club To Club, che rinnova l’omaggio al Maestro Franco Battiato, chiamando la nuova edizione La Luce Al Buio: Season 2. Dunque, prendete carta e penna, andate su Spotify o segnatevi tutto sulle note dell’iPhone, cosa preferite, ma non perdetevi questi tre live al festival.
Kelsey Lu
Se Kelsey Lu ha collaborato con Solange, Florence + the Machine e Blood Orange un motivo c’è. Forse perché la cantante, compositrice, producer e violoncellista statunitense si è fatta strada in punta di piedi col suo pop onirico, ma denso di contaminazioni jazz e folk, sintetizzatori e finezze di musica classica. Il suo album di debutto, Blood, anticipato dall’EP Church, è una piccola perla, dove atmosfere dreamy, hit pop e la voce calda e versatile di Kelsey Lu si amalgamano perfettamente. Bonus: nel brano Why Knock For You c’è lo zampino di Jamie xx, mentre Due West è co-prodotto da Skrillex. Su Internet ho letto anche commenti estasiati delle sue performance live, quindi vi consiglio di non perderla al Club To Club.
Let’s Eat Grandma
Jenny Hollingworth e Rosa Waltono sono britanniche, di Norwich, e dal 2013 formano le Let’s Eat Grandma. Nel 2018 hanno presentato il loro secondo album in studio, I’m All Ears, dopo il debutto I, Gemini del 2016: una miscela di pop, sintetizzatori e voci adolescenziali, che, come una pallina da ping pong, rimbalza da atmosfere cupe e “industrial” a ballate romantiche e hit super-pop.
Nivhek
Liz Harris, anche conosciuta come Grouper, è una compositrice sperimentale che ha da poco lanciato il suo nuovo progetto Nivhek, dando alla luce il suo album After Its Own Death / Walking in a Spiral Towards the House. Quattro brani, 59 minuti di ambient/noise che alla musicista riesce proprio bene. Lei stessa descrive il suo lavoro come “a requiem, a ritual, to unlock and release feelings, […] a toxic concentrated reduction of something much darker bubbling beneath.”.